La Rivoluzione Liberale - anno I - n. 25 - 27 agosto 1922

94 çenova e Il Fascismo - Ecco, anche Genova ha avuto le sue giorna .. le fasciste! - pensano dietro ogni persiana calala a proteggerli dagli ardori canicolari i pie<:oli borghesi che riversano la loro accidia nei piccoli giudizi politici dalle varie intonazioni : e intanto lo strillone getta per la via il suo grido: La Ri1Jolta ideale, giornale fascista! La conquista di Palazzo San Gi-Orgio ! Sulle cantonate, manifestini e disegni avvertono che onnai la Superba è «liberata.», e che si ritorna ai tempi dei sacri e austeri magistrati del ma.re... Queste giornate passeranno dunque alla storia... g-enovese come 1e giornate di San Giorgio, le giornate di Genova fascista.. E anche ,forse, di Genova comunista. Perchè qu.i, veramente, il fascismo non era ancor arrivato. Le poche dimostrazioni in Piazza Deferrari o contro « Il Lavoro» potevano passare agli occhi della media cittadinauza (che ormai ba strappato alla folla meneghi,w. la gloria del primo posto in quel tale partito • del paese che lavora e non si occupa di politica») come gesta dì sbarazzini tipo a goliardko ». La reazione a Sarz..wa, a Sestri Ponente, iu Monferrato? Cose di cui si poteva pa.rhre tranquillamente, al caffè: fatti lontani e, perchè lontani, llll1ocenti. Scoppia lo sciopero, con due giorni cli preav~· ·viso: felice s01te procurata a Genova da un noto errore de11-i Caniera del Lavoro che trasmise 1'ordine al giornale sindacale due giorni prima. Tutti fan.no le loro provYiste, e aspettano l fascisti con curiosità. Sicuro, c-za~iosità. Una curiosità tranquilla che avern lasciato fallire il ballo,, d'essa-i lanciato qualche settimana prima da qualche bello spirito, che cioè diecimila fascisti si apprestassero ad 0<:<:ttpare Genova: una cnriosità che popolò subito i portici cli ,~a XX Settembre di stazionari curiosi, intenti a contem,plare i fascisti di guardia alla sede del Fascio o afla<:<:iatialle finestre e ai balconi del vicino H6tel .Moderno, doYe alloggiarono le prime e poche squadre Yenute di rinforzo; una curiosità che prendeva quasi gli stessi operai, affollati nel prossimo Ponticello con l'aria di aspettare, pronti, gli eventi. L ,elemento operaio dava segni, nci primi due giorni, di una grande risolutezza cli sciopero ad oltranza : e lo sciopero ci fu: e si vedevano numerosi i lavoratori in vicinanza delle sedi e delle opere sindacali. Ma al terzo giorno questa risolutezza era già notevolmente svanita, ed a sciopero fin:ito, tra il venerdì e la domenica 1 quando più ce n'era bisogno di fronte all'azione fascista che si ramificava con i suoi a Comandi • e le sue sqnadre per tutta la Riviera cli Ponente :fino a Savona e imperversava a Geno\·a con dnque o seicento fascisti di Carrara "= Sa·::zan=i.maurò del h1tto. Le organizzazioni assistettero, impGic·:1::, agli attacchi e aJle occupazioni, alla proibizione di vendita dell'organo socialista e dei t:;ior11a]1 di parte neutra, alla dimostrazio:ie i1! San Gìcrgio e via dicendo. I1 servizio di polizia, debolissimo (eccezione fatta per la difesa del Fascio, si capisce), pennetteYa ancor Domenica mattina, quando già vigernno i pieni poteri dell'Autorità Militare, di incencliare il "deposito carta del La-Joro. E l'acquiescenza della cittadinanza fu ancora più supina e timorosa : non fu plauso che facesse rumore (nei primi giorni, gli squadristi dovevano intparre ai passanti di levarsi il cappelìo davanti ai loro compagni che sfilavano iu colonna), ma piuttosto tinto di una lieve ironia. Poi il fascismo, con il pronunciamento a San Giorgio, si creò i meriti e si prOC'.urògli applaus-i : e abbiamo vi-- sto un grazioso online del giorno (contro cui qualche penna fascista ba avuto la sincerità di protestare bollandolo di coccodrillesco) cli tutti i pezzi grossi, d<.-pulati liberali e (in parte) popolari compre.si, i quali quindici giorni prima difendevano a <.pada tratta il Consorzio Autonomo del Porto e il suo Presidente contro le = torinesi: e: ora, caduto PidoJo, hattono coraggiosamente le mani. Così, e.on loro, tutto i] ceto commE::-ciale portuario, d1ogni dimensione. Unica ribellione quella dei comunisti. Occupata ben toste, dalla prudente autorità la sc.cJedegli Arditi ,1'Jtalia 1 c-he a Genova aveYano <late non dnbhie prove di si1npatie per la causa socialista (t ciò sii:,rnifkava la dis-per:,;ione temporan<::a.degli assodati), non rnancarono però i primi segni W violentv odio antifascista. Dopo 1rn conflitto a Porto dci Vacca, presso il PrJrlo, e tre sere di fudlc:ria sparsa con sbarramenti cvntro le ~mtoblindate (ma il m.ag-gfr.rrchia..sso era perù quello dc11c sabJe fasciste), j sov\·ersivi si ass,erragli:irono ncl1'ioo1atc, di ~forcento, un triangolo clJ Yicoli e vecchi cas,1.menti tenebrosi, proprio a rick,sso del Qu.z.rti<::reG<:neralc f.asdsta di via XX Settemhre, che vide di notti: gli squ.adristi accampar sulla i.raglia sotto i r,orti<:i. Di là ei vol1ero tr<; giorni a !,-nidarli, c.vn una fatica dt:gna di Sisifo, percbè.- dopo il ra.stre11;l.mc-ntodiurno riprendevano di notte gJi spari sovversivi 1 S(:n:,,....a<'he 1:J truppa re• go1are e irregolare vsasY..!prima di giorno addentrarsi in qudla specie di forte C!-1/;rul. F, certo iJ feu<.,meno più intc:rt:.~santc: è: quello ,H un ta1e attc:g-giam<::nto passivo rle:]l~tgrande maggioranza clél1e ma56<: operaie; alte;ggiame:nto le cui radiri trnscendonv il semplice fatto delle tar<live preoccupazioni tvlstoiane c1c11 1.\lltanza de] Lavoro. Io 110n starò a dis<1..1tercse lo 5Clopero sia stalù o no un errore <l? tattica; ma cc·rto fu errore bandirlo senza aYc~ prcdispo<t.o un'energica azione di difesa, che arresta.::.se un;.1 buvna \·olta il dannoso infiltrarsi del 1.im<,rpanico e dc:1L.A. RIVOLUZIONE LIH.ERALB la depressione morale. Domani, le masse possono scattare al di fnori cli ogni clisciplina, o anche disertare: e chi dirige assisterà impotente, senza alcun freno a sua disposizione. Ma qui, a Genova, clicevo 1 le raclici del fenomeno sono molto più complesse. E sono da ricercarsi, in parte, in quella speciale psicologia democratico-riformista che da tempo si era impossessala dell'operaio ligttre e lo aveva abit11ato a venerare Pounipoten7.a cli un pacifico incrociar delle bracria. Questo vale sopratutto per organiz7.azioni privilegiate e poten,ti, dai portuari ai meta1lttrgici ai tramvieri, le quali ci diedero veramente uno sciopero in piena regola 1 ma si trovarono poi affatto disorientate di fronte un'azione dieci o venti volte meno forte cli quelle scatenate dal Fascismo in Val di Po. E' ormai troppo evidente che l'onnipotenza, il monopolio, la prospe1ità -sono l'atrofia dei sindacati e il sapo1-ilero più potente delle forze proletarie. Le quali pensano volentieri in tali cond~zioni a una rivoluzione realisticamente moderata, ma non hanno più 1 =entrain. necessario per recarla a compimento. L 'o<> cupazione delle fabbriche insegni. Si aggiunga che alcune di queste organizzazioni sentivano da tempo tremare il terreno sotto i piedi. Questo è il caso della Lega Tramvieri, che dovette subire, previe bastonature, un giorno di riposo forzato quando si ripresentò al /lavoro: dopo il qual giorno ogni suo componente dovette firmare un atto individuale di ripudio e sconiessione dei capilega e di simpatia pel Fascio. Ma era questione di vita o di morte, cli cibo o di fame: percbè l'Azienda è passiva, o almeno non dà il rendimento minimo necessario: e siccome non può 1itirars,i per i contratti che ha col Comune, non le paITebbe -çero o di abbandouare I 1esercizio e lasciare i dipendenti alla. mercè di nuovi padroni, o di licenziarli in massa per poter compiere une radicale riduzione delle paghe. Voilà donc dove s'annidano le fortune del fascismo! In Porto l'eventuale reazione degli inscritti al1 'Ente Cooperativo unico è stata neutralizzata dall'atteggiamento ad essi ostile degli avventizi : e non tanto di quelli inscritti alle cooperative dei socialisti ufficiali, che avevano anch'essi la• _ voro accanto alle primeggianti cooperativ; degli e autononti li (sebbene a condizioni molto meno vantaggiose), ma degli avveqtizi in senso proprio, che erano rimasti subito esclusi, all 'iucombere della crisi economica di questi anni. Nella speranza di avere anch'essi lavoro, che il Fascio promette a tutti con baldanzosa suffisance, essi hanno creato una piccola ed effimera atua di favor popolare all'azione fascista, subito dopo il prouunciamento a Palaz.fo San Giorgio. E' indiscutibile che il FaScio cerca qui cli al"- mare il popolo minuto contro il popolo grasso, e di costituirsi una benemerenza demagogica che lo aiuti a farsi strada: rinnovando, in proporzioni ridotte, le sue benemerenze a favore dei disoccupati del Fenarese e del Polesine. E' una tattica che l'anùco Savelli chiamerà, forse, « rigorosa»: come ha chiamato rigo,rosa la strategia delle occupazioni fasciste. Ma non so che cosa sapranno f;re i Fasci, fra qualche tero'po, di queste masse e dove se ne andrà il lOTo rigore meto• dico. E i dirigenti? Ecco : i dirigenti genovesi son stati forse i più calunniati di tutti, come colpe- \"Oli di assenteismo. Il quale in realtà non c1è stato, e nei pochi casi Yerificatisi (molto meno nu• merosi che altro,·e) gli assenti furono proprio alcuni dei più negativi massimalisti. Quelli che contaYano davvero non lasciarono la città: ma dettero l'impressione di essere disode11tati ancor più che le masse. Cosa natura1e 1 al postntto: perchè questi uomini, che avevano resistito due anni fa all'estremo sovversismo cou sufficiente fermezza e iu questa fermezza dj propositi e di in.. teressi trovato il segreto di consolidarsi in regime di pacifica democrazia, si son trovati storditi e disorientati questa prirna volta che Yeniva a scompigliarli u11 attacco in forze. 1vla p11re l'attacco do\·eva essc--reatteso, e la loro posizione esigeva che essi preparassero sè stessi e le masse a una reazione, non dico violenta, ma di forte protesta. E forS(;:questo era possibile se i f.ascisti aves.serO attaccato il primo giorno: non fu più possibile quando, dal q1i.arlo giorno in poi, ogni velleità era, per i1 momento, svanita. E-vot.avi.l ! Ancora u11avolta abbiamo visto qu:i il fallime11t0 del riformismo lc~alitario, il quale offre certo l::t pos~ibilità r1i tra:re d.. 1.lla sua formula. astratta l'opcr:1 viva della rivoluzione iu atto, llL'l ,,ffre anch(:, e più facilmente, l':idito alla dannosa consicleraz.ione del legalit:irismo come semplicccJjfesa deg-Ji inte1·essi conqui!-,tati, che è: l'idea più con~rvat rir-c che: F-i possa pensare:. Ma. fin qui non :--1bbinmofrttto che: 1·accoglic:re clementi pc:r lo storico vicino o futuro: vediilmo ora di clare un nostro giudizio stt questi fatti, che per l'importanza. cco11omica della città interessano tuilo il 1,.ac.-sc.E il giudizio llO'll può vertere su altro che su la trasformazione cosl avvenufa ,ù piuttosto av\·iata 1 ddl'orclinmnc:nto por• tu;irio pc:r opera del fa.seismo: su la inLroclu1.io11c delle cooperative ph1rime f: in conco1-re:11:,,.al po~to {k:llc coopc:rativf: privilegiate di monopolio, con la con.segue:ntc auspicata dim.inu'l.ionc delle tariffe! Ecco la panacea cli lutti i mali che amigg-ono qn<:sto grande· <'1.IOrc: dc:lla vita g<:novc::s.<:: la p-am1c·01 l-itt uti si sono g-c:llati, conclamando a11a nuon1 grandé me:ravig'liosa ofia dc:! fas<'ismo tutli i capcggia1.01 i ckl c-c:tvcommc:re-ial<· ! In redtà p<::r1Joi 1 non avvezzi <·triù al Jirincipiù rhc: ~-<·mLrnpre'-ti<:dc·r'-:d:tll \ilto al mut.amcnlo auspicato e cercato, s'impone un esame più preciso e roncrcto del problema. nei suoi due aspetti, iu relazione cioè alla situazione sociale in genere del proletariato genovese e in particolare alla situazione portuaria. Cominciando da quest\1ltima, uon possiamo a meno tli far nostra 1a giusta considerazione del Cabiati, che la soluzione sostenuta ed hnpost.a dai fascisti non è affatto la soluzione del pr~blema del Po,io di Genova. Essa non fa che inlrndurre un rimedio parziale senza toccare a fondo, anzi in sostauza consolidando l 'essenz.a del male. Questa è, notoriamente, nella costituzione cli tutto l'organisn10 commerciale addossato al Porto dalle imprese cli chiatte agli spedizionieri, dai raccomandatari alle infinite Ditte speculat,ici. Enorme piovra che presenta oggi 1 'incremento della sua ricchez1..a particolare come :incremento diretto alla ricchezza nazionale (laddove ne è indiretto decremento), e plaude lieta allo spodestamento delle cooperative operaie che eia una dozzina d'anni, approfittando della debolezza, non complicità, del sen. Ronco, erano riuscite a valersi di una disposi1jone transitoria per creare il costante ostacolo del proprio monopolio limita, lamente specttlatore alla sfrenata ingordigia della sua apparente conconenza - che si risolve in sfruttamento concorde. Queste cooperative ricevono oggi tutti gli obbrobd, grazie al torto manifesto 'del loro sistema monopolistico: e si dimentica che se esse monopolizzavano a vanfaggio cli tma. parte soltanto degli operai e del piccolo capitalismo che le sosteneva, questo regime era venuto a sanare il maggior male del cosi detto la7.1orolibero, che mette• va gli operai a mercè degli intermediari più loschi : che nei periodi cli floridez,.a ciel Porto, per esempio fra il 112 e il '15, non mancò lavoro a nessuno, tanto che calavano dalle montagne cir• couvicine gli scaricatori improvvisati, iu folla: e che se questo cooperati vis mo assorbi va sovvenzioni stufali, lo stesso era stato sempre, e peggio 1 quando (vent'auni fa) non si metteva una gru sulle calate che non fosse a spese del Governo. Gli uomini delle cooperative ebbero l'impreyeggeuza di non ddurre subito le loro tariffe qua.udo la crisi imponeva le riduzioni generali dei profitti (a un accordo in questo senso si era però giunti negli ultimi mesi) : e così l'esasperazione dei commercianti, che vedeYano in quelle tariffe limitati i propri vantaggi, ormai discesi ben lungi dai favolosi guadagni cli guerra, si è scatenata contro di loro e contro questo pedaggio mediOevale che l'Italia pagava alle cooperative: qnando il pedaggio lo riscnctòno in molto maggìor misura i c01umercianti senza ritegno. La riduzione delle tariffe e le libere cooperath·e multiple ricoud,uranno quindi il proletariato genovese e i suoi organizzatori a più ragionevoli ve. clute e a quella viva pratica di combattimento, fuor della quale la vita si intorpidisce e le sue energie si ottundono. Ma lavoro per tutti nou ce n'è, s'intende, e restano integri e 1iconosciuti i cliritti degli operai più provetti e più anziani, ai quali se talora è mancala la coscienza dei loro doveri, ora ritornerà, di fronte al pericolo, lucida e forte. E il fascio, o verrà sn questo teneno di concorde azione sindacale, o dovrà fare in Porto una rovinosa guena per sostituire al monopolio antico un altro nuovo e peggiore, cof quale il danno evitato ai commercianti ricadrà sugli operai. Ad ogni modo l 'Ilalia il famoso pedaggio lo seguiterà a pagare nella sua integrità, sic rebus stantibus : e che importa se esso venga a {listri-. buirsi più ai commercianti cbe alle organlzzazio11i operaie? Le quali, anzi, possouo sempre giustificare meglio di quelli la propria fnnzione economica, caso per caso. I fascisti, che ora si \·antano Yiucitori ed enuinerano al pubblico cltte mila uuove iscrizioni al partito e clO(licimila ai loro sindacati (compresi i uon-portuari), sono attesi alla svolta dai gravi problemi c]j domani. Un pazzesco tentativo ùi as· saluta c011quista del Porto, ammesso che riuscisse, 1i porterebbe alla stessa posizione dell'Ente Coop<::rati,·o. clc-cadntO e alle medesime sorti; una pili ragionevole a;,.ione sindacale li dovrà spingere ben presto a stringersi cou le altre orga11h:,,..a1.ioni,se essi ne avranno la forza, dopo tanti appoggi del ceto commerciale, che da amico d'oggi (livcntcrà tosto J1em.ico 1 se es~i imporrauno 1 come i « ros.si J)' una ]imitrudonc dei suoi rippctiti .. E da questo ceto, veramente, si dovrebbe cominciare la riforma clel Porto di Gcno- \·a, sc11za conculcare- più oltre iJ mov--in1entoopc· raio. Gli operrii di Genova e cli Liguria Yauno da tempo anch'essi ascendendo una cun-a <li progresso, che: ormai, come ho tempo addietro ricccu• nato Stt quc:~1.ccol01111e,integrava i snoi valori economici con la diretta afTerma1,io11c:di y:1.Jori morali e di una cultura politica. Bisohrna augurarsi, chi abbia oggi l'arclirc <li concepire delle speranze, che l'azione: diretta a n:prime;re la prepotenza cli alcuni loro organi:,Jni non ne intacchi la sana e giusta potenza; e che le giornate fasciste cli Genova non abbi.ano duplicati, a va11Laggio di 1111.a. cau,;a che: 11011 hn rngionc alcuna in suo f~vvrc:, <:d i: costretta ad ammantare il proprio imperio con la hanclicra di una utopistica e irrc:.ale libc1·tà. f.'la la rcsponsttbiJità cli impedir• lo grava. sopratutto sul proletai-iato stesso e sui suoi dirig<:nti, da c11i i tempi vogliono 11\1apiì1 intelligente: e: spassionata energia, non arq1descc-11za,che sarebbe la mo1tc. SANTINO CARAMELl,A. NOTE DI ECONOMIA i.a fine di un mooopolin Fra i risultati più notevoli dell'ultima -'Cttj. mana di. agit.~zione, va annoverato, dal punto di vista economico, il nuovo onlinamcnto del Ml-.oro nel porto di Genova e negli altri porti priaci• pali della penisola. . . _ Com'è 11oto il lavoro de, porti è stato fui.orariservato ad un gruppo cli privilegiati cbe eve..-ano avuto la fortuna di essere iscritti nei ruoli del Consorzio cli Genova o che, appartenendo alle. Cooperative degli altri po,-ti, solo recenteme.nk avevano visto riconoscersi un privilegio analogo a quello dei compagni di Genova. Come COll6eguenza del mo11opolio, e per la pressione esercitata sulle Autorità statali o sugli Ilnti locali, il costo delle operazioni, pur non ragginngendo 1M regola le cifre indicate recentemente in qnakhe giornale, ha però superato di parecchie volté gli aumenti ragionevolmente ammissibi}j in ba.,e al diminuito potere cli acquisto della monela, Mio che, aggiunto agli altri aspetti della e-risi economica, ha contribuito a ridune jl h·aflko marittimo. Un tentativo d'infrangere :i} monopolio era stato felicemente compiuto a Napoli dove eJen1enti inquadrati dal fascisu10 si erano affermati nonostante la lotta violenta della Federazione dei Lavoratori dei Port1 e la tradizionale condi~- denza. del Governo. L'esempio di Napoli è stato, ora, imitato a Genova ed altrove, con il lisultato cli spezzare il monopolio della Cooperativa >llÙ<Ca e di riaprire la concorrenza fra le Yarie COOpenitive composte del personale iscritto nei rno'!'i. In sostanza non siamo ancora dinanzi aù 1:rna vera e propria libertà di lavoro, in quanto che il lavoro è sempre ris<ervato agli inscritti nei. ruoli; ma mentre prima o col turno o con la cooperativa uuica i lavoratori godevano di un mOJl<>- polio assoluto, ora senza il rispetto de! turno sono esoosti all'azione della concorrenza dei loro com.p,;gni di molo. E' innegabile, du.nqne, che l 1a1,ionefascista questa volta lrn ottenuto an suc· cesso di carattere liberista, ma si deve aggiungere che è ancora incerta la sua portata defiiritiva perchè gli interessi delle masse portttarie spingono ad un indirizzo dì prevalente protez.ionì~mo di cla&.<:.ed il }oro passaggio al fascismo non. potrà non ripercuotersi sullo svolgimento dell.2. tattica del partito. L'episodlo, che ba culminato con Je dirnis.siOJJf del Sen. Rouco da Presidente del Consor,,io, rostituisce a mio giudizio unn brillanle conferma delle leggi economiche che uon che non con"Sentono lunghe e insostenibili deviazioni, e dimostra Ja impotenza dei sindacati per ma»tenerc indefinitamenteJe posizioni di privilegio cooquis!.at-:?- per la debolezza degli elementi constrastanb. li colpo che 1icevono in. questi giorni le organizzazoini ue compromette Pesistenza. Anche se •riusciranno a superare 1a cri,s.i, i loro dirigenti dovranno avere imparato che, anche quando i governi per paura o desiderio cli quieto viver-e snbiranuo supinamente i• ricatti con i quali si yuole Yedere sanzionata una situazione di pri- . Yìlegio, la realtà economica, in una forma o nell'altra riesc:e1 presto o tardi, a ripristinare 1~eqllllibrio turbato. ' 6a stalislit.a Se 1a nostra burocraz.ia cr:ntraJc an~sse un. po' più di pudore di quello che mostra e se gli li<r mini di governo a\·essero una. maggiore consape- , olezza delle fuuzioni dello Stato, l'Italia perck-- rebbe 1111 primato alla cui conquisl.:-i si i:: lanciata con ,isultati saperiori alle più legittime asoetlnti\·e: alludo al primato del ritardo con cui v•o la luce le nostre pubblicazioni statistiche. Sah-o casi eccezionali dovuti alla persistente solerzia di qualche funzionario dello stampo antico, Paiuc al quale le nostre statistiche si sono tenacemente attaccate i::. il 1918,qu..'lndo non è ctddirittnia il 19r3, Il 19191 il 19201 il 1921 ed a momenti il 1922 wno trascorsi invru10, e la affanno...c;..'lricerca ùi dati di un periodo vulcanico rome l'nttuale, deve restare jnsoddisfatta dit:L:'lnz.io.Jl'tnerzia dei Ministeri che 11011 credono opportuno comnnicru--c i i-isultati della rile\·rtzicme fatta compiere d~..gli uffici provinciali. Chiunque si mctln ad esamint1re uno quaJsiasi Lleg-li aspetti della Yita economie:\ o politiC't!. ùel paese, deve :,;11pcrnredifficoltà incredibib per pr0L'ltrarsi dei cìnti relaii\'mneutc rC"Ceuti; se pnbb}i ... cazi011i pri\·ntc come quelle notiF-Sime dei professori Bachi e :Mortara uon ci elessero notizie pre1,ic:,c;issime, bisognerebbe qualche volta riuulX'iarc a sape-re che cosa sia snccesso, dal punto cli vista s<t.atisHco, dopo l'armisti:1Jo. Spcs.so i dati dell'Italia Eco11u11iica e delle Prospet.Li-ve ucm bastauo perchè si ha bisogno delle fonti, t.:d onora bisogna fermarsi a1 1918 ! Ora, si domanda se tutto ciò sia degno <li un paese civile, e sia tol1e..rabile in uno St.'lto chE spe11cle oltre 5 miliardi al1'anno per la bnr01..--raz.:ia. E' pos~ibi}c che non ci sia un M_inistro fra i tanti che si succedono all 1induslrin, al lavorù, negli altri Dic.asten, che non abbia la forza di riordinare nn servizio cosi importante ed i! c-ni buon funzionamento è assonltam<!ute indiSp{.'ll$ì.- bile in un periodo come l'attuale? Si troverà 1rn uomo capace di dotare l1rtalia di un servizio per lo meno ugual<: a q11el10 cli qtrnlsia~i -!-.t.th.-réllo d'E11ropa? EPICARMO CoRm~o. G. n. GonF.TTI, gerenle responsabile Officina Grafica Editrice Bodoniana - O. G. E. ll

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