La Rivoluzione Liberale - anno I - n. 20-21 - 2-9 luglio 1922

76 versale della guerra, la Chiesa riescira a spargere più intensamente la parola cristiana, chi può dolersene? Forse qualche cenacolo di filosofi che, mentre crede di risanare il mondo fondando ogni giorno una nuova religione col vangelo di alcuni libri di filosofia teoretica, trascura e dimentica una diffosissima ed antichis&ima, per quanto difettosa organizzazione, come la Chiesa cattolica. •Oggi tutti parlano di contenuto etico dello Stato. Il vecchio concetto dello Stato come amministratore e garante della libertà individuale non soddisfa più. E sia pure. Ma se, stanchi di un eccessivo individualismo si ,•uol ritornare ad una superiore spiritualizzazione sociale perchè concentrare tutto in un unico organismo, il famoso Stato etico? Forse si vuoìe istituire una moraie di Stato? Non si è mai a~'Uta una spiegazione chiara. L'etica più connaturata al nostro spirito è il cristianesimo e l'istituzione che malgrado tutti i suoi urori lia saputo conservare attraverso due millenni questo patrimonio è la Chiesa Cattolica. L'antinomia fondamenta.le dello spirito urna.no ha per tennini : libertà e certezza (certezza non è verità, ma che cosa è la verità?) ; a tutelare e promuovere la prima pensi lo Stato., a promulgare la seconda la Chiesa. Dal rapporto fra queste due istituzioni dipende in gran parte l'equilibrio spiritu2le delle società. Migliorar nella pratica tale rapporto dovrebbe essere il compito ed il merito essenziale ciel P. P. I. NOVELLO PAPAF.-\VA. Come si -vede il nostro Pa:pafava.giunge a ris11./latinon dissi-mili da.i1wstri -t,·ur movendo da opposte premesse. Il suo processo di pensiero è ùit.eressante e non senlia11ioalc:4-,;b,zi-. sogno di oppo·rg/. ,:pedantesca.mente i/. nostro, che è già ·nolo. JM::IGLIOLIS:M:O !Wiglioli ha 1a sua comprensione neila situazione caratteristica del dopo guena. Dal torIl!ento bellico esce in Italia confusamente un 'affen:c.2zione ideale cli una nt!ova lotta. iVIapur nel • vacillare deJìa vecchia impalcatura e neli 'indizio di possibilità' future, troppi sedimenti pe.I1n2ngono. Un soffio caotico scuote tutte Je :rosizioni : ma sul vario confuso sono le più equivoche - appunto perchè paiono per un momento sodàisfare le contradditorie esigenze che si agitano negli animi inquieti - che assurgono a segno ed a guida. Come il massi1nalismo e più tardi il fascismo s0110 i'espressione cli questa crisi: ii ·migliolismo ne è un caratteristico aspetto. ~ell'azione di classe - confusamente e torment05amente delineata, acquistando tra gli errori e il sangue una sua volontà e µfferrnandosi come vaiore storico capace di rinnovare le masse ne11o .stato - apparivano i baleni di' quella coscienza che era mancata da secoli. La posizione cattolica - ferma e inaccessibile nella sua verità dogmatica, ritornata ai suoi principi, affinando la propria intransigenza come unico valore didno - se er-'.l l'appoggio apparente di tutte le conser•;azioni, aYreObe potuto essere la leva capace d'infrangere entrambi i termini clella con• servazioue e della rivoluzione. Que.sta posizione ideale è intima alla lotta politica e ne è il segreto tormento, ma non se ne riesce ad avere chiara coscienza: è l'equivoco che appare alla superficie. Tra la religiosità laica che crea sè stessa e la religiosità dogmatica adorante la verità rivelata è il dissidio ultimo. l\1a si riverbera come confusione su tutta l'azione politica e la lumeg· gia d'incertezze: le antimonie più irriducibili appaiono superabili nel soffio dell'ora che passa. 11iglio1i che sente il cattolicismo in uno slancio mistico in cui la ribellione democratica si riconnette al messaggio di Cristo, meglio d'ogni altro s.i appresta a superare 1'equivoc@/ rimanendo in una posizione netta. :via anche in lui la ribellione d<:::mocratica diviene evoluzione sociale: la negazione cattolica assume gli aspetti di negazio. ne massimalista. Quel furore che òovrebbc ne·- gare il mondo moderno, nega l'ordi1lllmento at.. tu.ah::: ma è tra5<:iuato ad azione politica <li dHS· se, che t; combattimento in nome e per il mondo moderno. Se da w, lato è l'esponente ckll 'arretratezza delJ(: masse non coscienti del loro \·alore autonomo e pur intuendo vagamente 1a spontaneità popolare la inquadra - raffrenandola e: fabbrificando]a - in un'affermazione di V(:rità rivelata per i se:coli; daJl'altro la sua azione è:. tut... ta imbevuta <li lotta moderna che fa a sè stessa la sua verità. L'incapacità socialista <leri\·a cla 11n.a moder• nità che 11011 ha il cora~gio di affermarsi riso1u• tamente tale, nia transige - quando la pur mini.ma transazione l:: accç::ttazione delle posizioni avversarie nelle qua1i è sicura la sconfitta. Yli• glioli si avvicina a que.sta incapacità e la lumeg· gia nell'altro aspetto. La sua lotta di cias.se si riduce a caritù; non carità risolutamente sentita nella fede ili Cristo, ma falsata perchè condotta in nu campo che non è il suo e ridotta ad esteriore pratica: aumenti di salari, miglioramenti ai contadini. La riYoluzione è accettata, ma (: rivoluxione cristiana in 11on..1t dei , valori ideali • dello spirito. "Ma la rivolu, zione politica non si attua che con la piena CP· LA RIVOLUZIONE LIBERALE scienza di sè e si determina storica.mente; il lie· vito tivo}uzionario del cristianesimo nou nuò avere efficacia di strumento politico: o neg; sè stesso o nega la rivoluzione: iu ogni caso ri• 1uane nell'equivoco. Su questo equivoco s,i è costruito: nella fede dei padri appariva l'a1111uucio del futuro. Aia le leggi storiche, se pw·e sono negate nello slancio di un'ora, non si possono violare. Sulla doppia posizione non si può costruire. L'ultimo landamento è disgregatore, quando uon è un atléìcronismo; 1a pratica, pur trascinata dal caso storico, rimrrne confusa ed equivoca. Il Co;:1:ane - ricordo di medioevo su di Uila realtà modc.n1a.- è l'emb1ema della teoria politica contro -il S0,.1.J'iet: opposizione cli una realtà italiana ad tuia realtà russa che nasconde l'atomi• smò disgregatore contro l'organicità che si riassunte nello Stato. I tenniui sono irriconciliabili, quancl fanche la 1otta sia confnsa e le posizioni appaiano invertite: Il sindacaUsm.o cristiano teoriz7..a i « consigli di cascina » : si appella alla lotta di classe per ne• ·garl.:1 in un fine che è utilitaristico, qnan<lo ap·· punto \·uole richiamarsi ai « valo;:i deilo spirito)). Volendo attuare attraverso la organizzazione dei contaciil1i una 111:iglior prod·uzimie in un perjezio1uu;!ento t.ecwico, il valore eàucativo di forn1azione autonoma S<:omprtre: è miglioramento ck:gli indiYidui non slancio vitale di uua nuòva aristocrazia che. ponendo sè stessa, si afferma nen..,1ì.ott'.l e in questa affina la propria coscienza e la propria capacità. E pur quando il rilmo della lotL'l - !1egata, ma affermantesi contro ogni 11egazione - si è imposita, l'.equivoc.o permane: l'o:toccuI>o:n.. Neì problema c1e1l.apei'sonalità di Luigi Sturzo si riassumono le più insolubili difficoltà e i pili sottili equivoci cùe impediscono al teorico e allo storico di comprendere la praxis del Partito Popolare. 1~e1 quaie, checchè dicano gli avversati, si vengono elaborando posizioni politiche e stati sentimentali •che è impossibile confondere col vecchio clericalismo. Lo stato cli profondo disagio in cui l'on. l\1eda si è venuto trovando da qualche anno, l'improvviso tramo11to della sua gran· de autorità di quasi-capo di governo e indiscusso capo dei cattolici non sono un caso di fortuna pe.rso11ale 1 non corrispondono a una sostituzione di idoli, ma hanno il carattere preciso di uu rinnovamento ideale, di un mutamento di metodi e cli concezioni. F. Meda 11011può sembrare oggi ad alcuno il capo del P. P.; egli rappresenta nét P. P . .il vecchio clericalismo liberale e riformista. Come questo è compreso :n quelìo, il J\'.fecìauon è che un elemento nel complesso gioco politico dello Sturzo; nella storia rappresenta il precursore non ancora cosciente e perciò smarrito e _µavolto talora in una logica antitetica alla sua. :Meda al governo è un uomo, un'abilità, non un'idea: è un'esperienza di cui Sturzo si servirà per costruire il suo pensiero e impostare la sua azione. Meda ha conciliato cattolicismo e liberalismo senza neanche proporsi il problema della conciliazione. La storia invece suole proedere con più ripensamento e più profondità: l'esperienza Murri non si poteva saltare cosl leggermente. Ma l'esigenza Murri risolta senza escludere Med~, anzi giustificandolo, determinava problemi assai più complessi di cultura e di azior,e: uel cbiuso cerchio dell'incertezza clericale (rimasta a vagheggiare misticamente un idillio) do- \ 1evano penetrare elementi nuovi. Il clericalismo era stato una letterat11ra di nostalgia e, come valore sociale 1 l'origine di una tecnica cli cliplontatici: il P. P. doveva diventare un termine della lotta politica. Far coesistere Miglioli e Crispolti, accettare l'eredità di Murri e di Pio X, esaltare le elucubrazioni pseudo economiche di Toniolo e valo• rizzare il concretismo cli Tangorra, accogliere lihcram(;nte con sovrana superior:ità persino l iere::- sia, servirsi addirittura con sapienza regia dell'elegante dilettantismo eristico di Luigi Ambrosini (senza compromettersi anzi ccmpro111c:ltendoio) ·: ecco la maestosa dialettica che il P. P. ha imposto nella disorganizzata vita italiana, ec-co la verità del suo equivoco. Agevole spiegare partitamente Speranzini e Anile, Gemelli e Crispolti, ìVfiglio]i e De Rossi. In Sturzo si tratta di riso]. 1:ere in una sola volta il problema di tutte queste antitesi, di trovare l'unità di tutte quest~ persone. Sen_za troppi acroh~tismi dialettid si può seguire l'azione del P. P., spicgan1e la natura e le forme. Jn Sturzo è hnmancntc il passato e il futuro del suo partito: e 11011 si f,(1ò compre11derc Ja sua persona se 11011si risale a una logica che wvra.c;ta alla lotta empirica. l'crciò e:gli ri nane un cnign1::i.di fronte ai tecnici dc-Ila politica. l\.. Giolitti do\ettc sembrare un dcu.s ex 1n-ach.ina improvvisamtnte apparso a sconvolgerlo : i Jìlosofi stessi ne sono sconcertati. Tnfati i Lµigi Sturzo si può clefiuire il ·messianico del ri• form:ismo: e la defini:donc, già così complessa e inafferrabile, non esaurisce tutti gli aspetti del1a Hta fig-ura. Parlando <lel pensiero di Luigi Sttu·zo il concetto ùel rijorn-ii.:;mo esige un cloppio chiarimcuto. Nou si può 11011 distinguere :n1che in :1sb·atto tra riformi~mo e rifanne. La riforma coincide con l'arte dd governo. Invece nel concetto di riforpazione delle cascine,,, fenomeno d'imitazione - ptu- oscuramente denunciante in sè la necessità di una forza autonoma - respinge da sè tutto il valore ideale d~ll '« occupazione delle fabbriche». Lo strumento rivoluzionario si converte in tentativo di approfittare di condizioni favorevoli per attribuire a sè un utile non guadagnato. Dalla negazione intransigente del diritto di proprietà, passati all 'accettazioue della proprietà, l'affel'- mazione rivoluzionaria nasconde e rivela immo• rnle cupidigia: acquisto di terreni co11indennizzi a prezzi più bassi di quelli del mercato i11 nome di uon si sa quale diritto che i contadini avreb· bero avuto, una volt.c.'clhe quello rivoluzionario - solo capace di trovare in sè la sun giusUficnzio11e - era rifiutato. Se pur :1ttraverso il si11dacalismo cristiano ::ip• pare oscu..rmnente la necessità di una libera affermazione secondo i modi della lotta di classe,• ì\1i• gliali è stato il baleno rivoluzi0112.rio che copre la realtù. Oggi - passata la torbida palinge11esi - h posizione dopt)ia per ~rn momento rnasche• rata, si rivela: e si ri\·eb c:orne conservazione. Il m:igliol'isino,. è morto perchè tutto il partito va preudendo le sue po:::.izioi1LL'intransigenza personale di l\l!iglioli - che è ancora contro la collaboràzio11e - rivela una coscienza sicnra e foxse il bisogno di uua posizione veramente netta che qualche primo accenno già rivelava. l;!a 11 partito popolare, ripudiato secondo le necessità parlamentati lo slancio mistico - sorto c1a1'1csasperato dissidio di una çoscieuza in travaglio - rimane ben co1i..tento nell'equivoco. i\1Al~IO l,AMBERTI. ;;1ismo rico.1osciamo elementi che ci inducono oggi, 11ella specifica situazione italiana, a un giudizio di svalutazio:ce. Luigi Sturzo si inserisce nella ·dialettica delia storia italiana inserendosi nel processo del riformismo nostro e realizzando una logi~ laica. Dal '48 al '914, 2.bbia1110spiegato altra volta, il governo italiano è un socialismo cli Stato : il centro sh~istro pieinontese, il trasformismo di Depretis e di Giolitti, la monarchia socialista indicano la separazione di governo e popolo e la tragica assenza di una disciplina e di un valore laico 11eJ1avita nazionale. Il governo deve ri• correre al ricatto, alle transazioni, alle com1zio• ni per trovare· un equilibrio in cui la sua funzione non sia travolta; le riforme come correlative all'arte di governo non sono sufficienti perchè si tratta di ricreare senza posa l'instabile premessa: e questo è il compito del riformismo che fa perdere anche' ai liberali la coscienza dei ]oro principi. Nell'illusione riformista il popolo si piega all'utilitarismo: e questa condizione allontana ancora l'unità due volte fallita. Bisogna fare i conti con la nuoya degenerazione formale. Bisogna impedire la catastrofe dell'atomismo, che i socialisti non vedono e non sanno evitare. In questo senso Sturzo è il niessianico del rijor1wis1no; e accettando la fonnula cavouriana con la più ingenua convinzione lavora a fare che il pop.ola creda alla politica attraverso una pt'egiudiziale morale. Pensa a una vital.ità dc1nocratica., ma, chiuso nei limiti del prob1etna che deve risolvere, non vede ]a politica in funzione de11o Stato. L'attività popoiare è pensata da lui in relazione con gli elem.enti palingenetici dell'a.,.1n;e11ire dei popoU. Così risolve i due problemi essenziali della vita del partito e della vita italiana. Pnò tentare l'opera di proselitismo, falli~ ai de1nocratici, perchè agita la bandiera del riformi·smo messianicamente e con l'illusione religiosa fa partecipare le masse al processo della laicità. Non teme la praxis perchè accettando il 'yecchio liberalismo monco e riformistico rende più difficile la concorrenza dello Stato panteisti• co e del uu1rxiSmo. Ma oltre che ·nella storia d'Italia Luigi Sturzo inserisce l'opera sua nella storia della Chiesa. Perciò 1a sua figw·a si fa più complessa e iuafferrabile. Egli diventa per un analogo atteggiamento e per un'identica misura il riformista del ·messianisnio. Politica e religione creano per forza propria le posizioni reciproche. La guerra europea ha dimostrato che la Chiesa 11011può lottare contro tutta 1'Enropa, che 11011 può teorizzare la s.ua antitesi con 1'eresia, ma dc'. ve anzi clialeltizzarla c011 cautela. Stnrzo che non ama le rivoluzioni trova anche qui la pa· lingenesi pacifica e ai fermenti rumorosi oppone l'agilità cli una transazione. Come in lerrcno polit'ico si opponeva al materialismo storico e :::i.Ilo Stato libC;ralc, s'oppone qui alla Riforma reli• giosa. 11 Risorgimento è 1111 risultato che biso· gua accettare: ecco la premessa tacita che im• pediscc a Sturzo di 1agginn;:;ere una soluzione inLcgTn.le. La Riforma rcligios.-'1 è scmorc un ntto che scoppia clall 'esterno per soddisfare iutrre~- si clte premono dalla , ila contro ln chiusa unità ciel dogma ampliatosi a Chiesa .R per sventarla 11011 bisog-11.to'lppord un:1 Riforma intima, ma una agilità cliplomatica, una \·ersatilità cli consem,i e cli simpatie: Sturzo resta per queslo aspetto 11ella tradi~iouale Jìncna e duttilità del c;ttolico. l\1a nel gioco è: più spregiudicato: fa sboccare il cristian~simo nella politica, va al popolo attra ... verso il Vangelo. Hanno parlato con malizia e con scetticismo della religiosità di Sturzo. Ma egli, pur essendo w1 pratico e repugnando al misticismo. è u11a delle più gra11di anime religiose del nost~·o tempo per il rigore con cui va oltre le -apparenze, per l'assolutezza con cui vede _i risultati, sicuro anche attraverso le co11tradd1zioni e o-li adattamenti. Non è la religiosità di· Giuliottt': è la fede del Cristiano, ottimista e sereno, che agisce come uomo e sa che la divinità non può non essergli pr1.::sente perchè è universale. Sturzo sente i problemi più vivi dello spirito senza averne il terrore degli asceti; la sua religiosità non è un tormento, lna, se cosl si può dire, goethiana serenità fatta operosa. . E' difficile trovare iu Sturzo una professi,~me cli cristianesimo e se ci fosse sarebbe inadeguata pe,-chè egli non è intollera11te e-la preoccupazione del proselitismo lo induce ad attenuare tutti i toni. Ma il pensiero della trascendenza è presente in lui anche se non è affermato, la su.a filosofia delb storia è cattolica e gli permette di guardare le cose con fiducia. Realista capiSC<! il mito solo genericamente. Pratico rinuncia al dog1na per fissarsi al problema del] 'azione considerato dall'esterno. C'è una premessa psicologica necessaria nella via che conduce alla trascendenza e i1 centro dello spirito e delle intenzioni di Sturzo consiste nel far agire queste premesse. Affermare il dogma e la fede integralmente sarebbe forse un oltraggio alla modernità .. Ma il -verbo della fede e dell'am.ore parlato dalla Chiesa sorge spontaneo nella solitudine della coscienza del1'iudiYiduo. Gli elementi palingenetici in cui Sturzo confida portano indirettmnente al cattolicismo e si offrono nel momento giusto alle speranze inappagate clell 'umana debolezza. Bisogna creare l 'aspett.1.zione messianica in cui questi impulsi possano agire. Sturzo viene incontro ardiu1entosame11te al mondo moderno e ne aspetta l'istante di debolezza in cui la1 dedizione alla Chiesa universale potrà tornare ad essere una realtà: Notate, per ora, come egli si ~forz.i di vedere in ogni fatto politico un valore morale; e come faccia risalire la giustificazione di ogni atto non aila realtà storica o all'autonomia dei iisultati obbietti\·i (11:ar:..;e. I-Iegel), ma alla suprema dignità della morale indi.viduale. La Chiesa potrà vincere ancora facendo conto sulla paura dei singoli cli fronte alla crisi di coscienza. li calcolo cli Sturzo è profondo ma si con verte in un gioco pericoloso. La aconfessionalità è la chiave di volta di questo piano satanico. E' il tentativo d! convertire l~ armi dei liberali contro loro stessi. La sana lotta autonomistica contro lo Stato burocratjco diventa lotta contro lo Stato e il Socialismo. E' più facile ne11a praxis vincere gli spiriti singoli che gli stati. Gli Stati 11011 conoscono le dure. vigilie dell~ coscien7.,a nè la pat1ra dell 'eÌ·esia. Dopo due millenni la tattica che ha servito a sgretolare dall'interno }'impero romano, quando non ~ra possibile per la Chiesa domarlo dall'esterno, ritorna valida. Ma sarà possibile svegliare de11e coscienze sen.- za suscitare delle respo11sabilità? Le volontà operanti si adatteranno ancora a chiedere la sanziope? Sturzo fa i suoi conti senza ricordarsi del ro- \ 1esciamento della praxis. S'impiglia nel suo stesso giuoco. Non si può servire insieme Satana e Dio. Svegliando coscienze individuali, suscit:·u1.d,) impulsi anto.:.:orni egli opE:ra come un liberale e non sa più egli stesso fermarsi a mezz.a strada. Il messianico del riformismo pratico s•..:r\llrù alla Chiesa o allo Sl:2.to? Il 1ifonnista del messiasmo resterà cattolico o seguirà la logica del libero esame? A guardare le conseguenze delle sue azioni, Sturzo non parrebbe 1nolto lontano cl.alla scomunica : e anche se egli si fermerà non si fermeranno le conseguenze. ì\1a la cosa è assai più interessante pcrchè Sturzo non si fermerà e in questo paradosso sta la funzione e l'intportanza del partilo popolare. Pnmo Gomrrn. FAuSTO A:-ODREANr LEGISLAZIONE SOCIA.LE CO~ !'!rnFAZIC'-'I.-: DI G. SAl,\'El\IIKr Un \·olume cli pagine 125, agli abbonab di 1ta Ri-vol.nzionc Liberale. L. 4. ìvlcntre :-.i agita con ta.n~a intensità il problema delle assicurnzioni sociali e del monopolio, i lettori troven"!.ll!lOripre&'l. la questione dal nostro collaboratore co11 una netta posizione autibu.ro· cratica. li Yolume si spedisce immediatamente a chi nwnda. cartolin.a vaglia alla •nostra redazione. Per la raccomandazione agginngere L. 1 . lu preparazione un nutnero declicato al Nazionalismo. In. ot(obre pubblicheremo un numero su Al[redo Oriani, nel 12° anniversario dQ:lla su.a morte. La Ri-volnzione Liberale ha già pubblicato nel 11. 5 un articolo di Gaetano Salvem.ini sul Partito f->opolare; nel 11. 11-12 un articolo su lVIeda; nel n. 17 u11 articolo stt Gli 11..Uinii conservatori (st~ la collabornzio11e tra socialisti e popolali).

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