La Rivoluzione Liberale - anno I - n. 11-12 - 4 maggio 1922

b sce soltanto a porre un'astrattissimo dualismo tra divinità e umanità in cui l'umanità è aleismo, na.lura cieca, immoralità che non riesce a superarsi e che è santificata. dalla pietà, cl.al!' aspettai,ione messianica d1 una rivelazione che è storicamente a&Segnata alla Santa Russia - realizzatrice di infinità e di eternità. Ma anche l'infinito e l'eterno non si sono teorizzati filosoficamente, ma son pensati da Dostoievschi come qualche cos~ di assolutamente immenso d1 fronte a ctu si prova un'impressione di brivi1o. L'~o:c suo per \'umanità è amc:re ~~ I u.mamta ~n generale: cli fronte_ all'rnc11v1~uo, smgolarmente considerato,_ 11_suo sentimen~o prevalenl, è di noia e d1 dispetto; e anzi 1 amore nni,~ersale stesso gli è dettato ancora da un seiitimento indivic\ualissimo : la paura della solitudim·. I tentativi filos_ofìcisi dissolvono lutti in psicologia empmca .. L'e1zionepolitica che scatunsce da questo atteggiamento è evideute~ente_ d1sast,rosa. J a mistica aspiraz10ne ali 1n:fi111to,all eter11~ diventa scuola diseducativa in cui_è n:- gato ogni realismo in omaggio a neb)ne ?PI~ ~itunlistiche; s'incoraggiano le asp1raz1om del popolo a un'anarcl1ica or~anizzazione so: eia/e in cui è smarrita ogm cosc1en2,a det valori individuali e ogni saldo sp.irito cli coesistenza stata.le. La predicazione nazionalistica cade su un terreno immaturo e alimenta non una coscienza attivistica della nazione, ma l'esasperazione di pregiudizi e malattie_ ~he già aspramente pesano come nna costn2,1?ne d1 immobilità sulla storia del popolo: l'1mprepararione più completa a sentire J'.importanza e i limiti del problema economico no~ ~ousente uno svolgimento adeguat? a~h spunti cli pensiero che potrebbero riuscire sani e fecondi. La posizione spirituale di Dostoiev,schi! che rimane statica per quasi quarant aum e dalla quale nascono indirett~meut~ ne~ campo sociale i due fallimenti nvol=_10nan del 1905 e del 1917, è il punto culmmante della c1;si mistica slava. L' Intel/.igenza, staccatasi sempre più dal popolo, a man mano che in ~u~to_peneti·avano i germi della modermta, s1 nvela unpotente al suo compito. Le sue espenenze meramente intellettuali sono soffocate 111un circolo vii,ioso. . . . . Mentre questo processo d1 d1ssol~1~ne s1 compie troviamo i primi documen~1 ;11una critica sociale realistica. 11e1marxisti. Ma anche il marxismo in Russia segue 1:11'. suo prncesso e deve sopportare_ dure cns1 di sviluppo e di frainteudun~ntI. . Sulle orme di Herzen gli slavofili, per primi, si affrettano ad aderir·e al marxismo importato dalla Germania, e ne falsano completamente lo spirito_ come avevano falsato l'hegelismo. I mch1hst1 ~<>;io_11frutto di questa aberrazion_'; : _uom1111d1 ent:15:35mo che partecipano al! az10ne con _mentalita estetizzante per un astratto eroismo, per. un_a astratta purezza, senza inte~c\ere 11 s1gmcato della civiltà e della stona. . L'ad,esione dell'Intelligenza al marxismo risale agli anni 1880-1890 ed è la conseguenza più imruediata del fallimento delle 3:5p1: razioni della, Narodnia volia: stremati d1 forza. cli fronte al progressivo ascen?ere del movimento prnletario, deciso ormai a scegliere vie autonome, s,i salvano _conun_equivoco e in realtà corrompono e 111debohsc<;>1;:o quel sistema a cui portano I~ lo~o 11e,bulos1tà. Il socialismo russo. dopo 11 90 e anco:,a messianismo e fonda il concetto di sociahzzai,ioue sul mir preistorico. I germi vitali del marxismo ortod~~ !estano nascosti, quasi soffocati, ma v1g1_li e pronti ad agire in quest3: disorga11izz_az10nr uni'ver.sale. Accettando ng1damente 11 ma: terialismo storico alcuni oscuri seguaci _cl, Marx distruggono l'ideale nebuloso che tiene il popolo fuori del mondo e del_ r:eale. Identificano rea.ltà e forza, vita _emd1v1dualità, pensiero e attività economica (ne_lsenso che gli iniziati a Marx ben possono : 11• tendere) pongono I.' esigenza di far scaturtre dal basso un'afferniazione autonoma, che cli fronte allo czarismo opponga concret_ezz_a _e non si limiti alle dichiarazioni 41 pr111c1p10 de,ll'Inte!ligenza. Questi marxisti, .annunciato1; della rivoluzione bolscevica, mtendevano che le idee 11011possono nascere cl.a cervelli isolati, che la filosofia ha la sua ~alidità moderna in guanto sorge dalla stona, che te grandi lotte politiche presuppon~onG una coscienza di interessi, un senso d1_re- _ s,ponsabilità, un individualismo economico. Invece ,che a educare 11popolo rl'V'elandogl, \a verità sentivano il bisogno cli teorizzarne l'azione e di agire praticamente secondo i risultati di questa ~eoria. E sor:ta _così, ?alla feconda eticità c\e1due concetti di coscienza. economica e di responsabilità individuale affermati contro i dogmatismi e contro i limiti di una civiltà intellettualistica, ignar~ delle esigenze nai,ionafi, la redenzione rivoluz.ionaria del popolo russo. PIERO GoBE1'TI. LA RIVOLUZIONE LIBERALE ti'agr,rieoltai,·a Piemontese VI. LA PROPRIETA' E L'AGRICOLTURA Quando si parla di una certa regione avente u.n assetto agrario stabilito, è pressochè vano il discutere se sia conveniente la grande o la piccola proprietà terriera. Tuttavia ricordando che la pq:-imasi adatta meglio a colture che si possono più proficuamente condurre con un sistema indu.- striale, con largo impiego cli mez'.'i mecca: n~ci e con = relativa minor es1genza d1 mano d'opera per unità cli. terreno (colture cerealicole e foraggere) ; e la seconda si conviene a quelle colture che per loro natura richiedono cure minute ed a.ssidue (ortaggi, frutta, vite) e quindi un grande impiego cl.i mano d'opera .(1); ricorc\a11c\o,dicevo, queste circostanze si può spiegare il fatto che in Piemonte la coltura dei cereali non raggiunga l'intensità produttiva idell'Einilia, ad esempio, e l'allevamento del bestrnme, pure assai importa.ute, non abbia raggmnto il progresso che ha raggiùnto nella vtciua Lombardia; e che, invece, sia tanto grande l'importanza della viticolt11ra e della frutticoltura e cli altre minori colture nchiec\enti larga applicazione di lavoro manuale : essendo tutto ciò connesso col grande numero di piccoli proprietari e quindi di piccoli poderi esistente in Piemonte, più che nelle altre regioni del bacino del Po. Si osservi la tabella seguente : Propr.df!ermi Propr,dllerreni per100ha,perlOOab. Piemonte Lombardia Veneto Emilia 410.418 147.804 96.758 67.680 afahbrlcall 162,495 162.445 175.684 69.420 dipop.rurale 22 54 15 30 13 28 7 18 Si vede che la prop!rietà è molto più frazionata in Piemonte Si esamini ora anche quesfaltra: A~r/collulproprielari filfavollameuadrl Coloni Piemonte 453.139 79.340 50.475 Lombardia· 188.070 107.855 189.576 Veneto 216.929 184.853 n6.532 Einilia 97.606 67.226 233.696 da cui si rileva il grande nu.merò di agricoltoci prop,:ietari che supera di molto quello delle altre tre regioni (Cfr. le tabelle giÀ indicate del VALENTI). Nel 1901 il numero dei contadini proprietari superava, i seicentomila. Si riscontra perciò una· sensibile diminuzione col nuovo reusimento, dovuto prnbabilmeute all' assorbimento di talune proprietà minime da parte di altre più grandi. Penso che non poche famiglie di contadini hanno abbandonato nell'ultimo ventennio il lavoro dei campi : i figli attratti da altre occupazioni hanno alienato le piccole proprietà ereditate, e talora gli stessi coltivatori, stanchi della meschina vita che traevano su poche pertiche di terreno col frutto del quale tira vano su con mille stenti la loro famiglia ,hanno venduto la loro proprietà e si sono abbandonati aJ.\a corrente dell'urbanesimo. D'altra parte è da credersi che il numero dei proprietari 11011coltivatori, sia in continua diminuzione. I patrimoni terrieri di antiche famiglie sui quali il proprietario non esplichi funzioni di agricoltore, si vanno dissolvendo e, spesso, attraverso una provvida speculazione (2), giU11gono,.opportunamente fraziona.ti, ad a1Totondare, 1 a prop,:ietà dei pkcoli coltivatori. Senza entrare nei dibattiti che concernono la !piccola propri.età agricola, quali sono, possiamo domandarci, le condizioni della piccola proprietà, o meglio, ·dei piccoli proprietari rurali in Piemonte? Il Lissone scrisse tempo fa, su questo argomento, un libro (3), nel cui stile vigoroso traluce l'amarezza cli chi ama i contadini e l'agricoltura e vede l'una e gli altri trascu: rati e sfruttati. Vi si possono trovare giudizi severissiini e talora opposti a quelli di stranieri appartenenti a nazioni la cui ptibblica opinione non è sempre disposta nella miglior maniera verso di noi (4). Si fratta 11011di meno di un libro che, se anche ora, a tre !usti-i di distanza, per molti aspetti 11011necessita di modificazioni. Il cresciuto benessere degli agricoltori è essenzialmente dovuto all'aumento dei prezzi dei prodotti ag1;coli connesso colla radicata abitudine del risparmio che si nota 'ne!- le class,i rurali. Se l'istruzione elementare è notevolmente più c\iffus,a,che iu passa.te, non saprei se al- 'trettanto possa dirsi per l'istruzione tecnica delle, classi rurali. Da questo lato i contadini credono di non aver bisogno di insegnamenti, e mentre hanno la più cieca fede' nelle influenze della luna è molto se, in generale, si degnano di a.scolta,re i solerti direttoci delle cattedre ambulanti, con appena un mal celato sorriso di compassione. ba1eb1,e; esagerato vokr negare ogui eui- <ana all'op<::ra di qne;te 1stltuz10ru, ma se si ,,aua a, nsi.utat1 eltetllvamente v,tenuL <:ss1paiouo as,a1 es1gu1 m contronto colla lvro att1V1tà. \.,ii €: che torna ru;sai difricile di rimuovere i preg1ud1z1delle classi rurali, e, d altra parte, oserei dire, che, dato 11modo con cui le cattedre ìuruaonano, m molti casi non t: rng1ust1hcata l'ostmaz10ne d quelle. Le cattedre - mi diceva Sebastiano Lissone - dovrebbero essere veramente ambulanti ci0<::stab1Ursi di volta 111volta nelle: clive1\c località, studiare il terreno e l' ambiente del luogo, dimostrare efiettivamenk che 111 quello stes.so luogo, coll'adO'L,IOiled1 altri mezzi e di altre pratiche, s1 potrebbero ottenere assai migliori risultati che non co1 modi ordinari di coltivazione. Allora gli agricoltori comiucierebbero a prendere più sul serio gli insegnamenti impartiti, per esserne stata dimostrata la vera ed utile applicazione sotto i loro occhL Ma fino a tanto che i direttod o i loro cooperatori scorazzano pel distretto a tenere leziom o conferenze, senza avere uua noz10ne precisa delle condizioni specifiche dell'agncol tura nelle varie località, n\)n potranno mat conseguire nulla di positivo, malgrado la loro lodevolissima buona volontà. Il credito agrario, pure atraverso le difficoltà in cui si svolge, dovute i.n gran parte alla insuffì.cienra delle garanzie che trova (5), si va sempre più diffondendo! ma non è certamente tale da avere sul miglioramento agrario una sensiible efficacia. . . .3euza dire degli istituti rh crt<hto fond1a: rio i cui mutui - almeno per quanto s1 legge sui libri _'_ dovrebbero _servire ai proprietari di beni stabili per 111trodurre mi: gliorie nei loro fondi ed invece servono quasi sempre a tutt'.altro; vi sono banche popolari e èasse di risparmio che concedono_ a condii,ioni molto più facili ed a modesto ~nteresse mutui agli ,agricoltori, o meglio, forniscono ed a condizioni di favore, i capitali nece;sari al funzionamento delle Casse rurali di prestiti. Seri~ il Lissone che « le casse rurali di prestiti rappresentano sen i,a dubbio il tipo più semplice, educativo, morale, di credito popolare •. Ma disgrai,iatamente lo spirito settario guasta_ m Italia molte cose buone, e le casse rurali, che dovrebbero tendere esclusivamente colla cooperazione a fini economici, cedono spesso al miraggio di fini politici o r:ligiosi. . Così il capitale, pure esplicando econo=.- camente una fullZìÌone benefica, serve d1 mezzo per esercitare sopra gli agricoltori "ll:"a coercizione morale, che, a seconda delle !n.- teuzioni delle menti dirigenti, può essere 111dirizzata verso un fine retto o disdicevole, ma che in ogni caso è sempre una menomazione rlella libertà ed un incentivo a mentire» (6). Iuf,i.tti può accadere benissim? di vedere casse rurali tra.sformate m centri d, maneggi elettorali dove certi ~cei:-doti che ricordano i terribili parroci ed 1 vice-curati del " Romanzo d'un maestro •, esercitano una incontrastata dittatura. E questa funzione che poco si addice alla natura di_simili istituzioni, non può non andare a detnmento della loro azione economica. Come nell'agricoltura si può trovare un campo imrueuso di cose da fare e di sfa_reper le quali vien comodo il mette~e. 111evid:ni,a la negligenza del govern~, c:>-51m e_ssa 1 vari partiti trovano matena 111e3'.1.uri~1lep r le campagne elettorali. Ad ogm l~gislatur~ le strade ed i canali si aprono a bizzeffe; a1 contadini si imprestano i denari per mente, non si fanno più paga.re imposte, e~c. -. E~ a:ccade di udire candidati che vogliono 1~t1tuire la piccola proprietà dove c'è già, e parlano con sovrabbondanza di illustrazioni del- !'" home-stead » davanti agli esteriefatti contadini. · . Persino i socialisti vengono, a lisciare 1 piccoli proprietari facendoli più. pov_erie più miserabili di quello che sono; e 11e1loro_discorsi non manca mai la trepida allus10ne alla " magra vaccherella » e al breve • ~- picello », le sole risorse del pove:ro c?ntad1110, salvo a rivalersene con torrenti d1 metaforiche apostrofi ai piccoli propri~~a.r1;im~i1;- guantçsi a danno dei prnletaru c1ttad11;1,1, quando pa.rlauo davanti a costoro._1\d:a1 prc: coli proprietari fidano soprattutto !1: .se stess: ·e sperano assai poco dalle mutab1h .correnti di Montecitorio. Gli svantaggi inerenti alla piccola. propretà rispetto al migliore svolgimen~o -'.ell'ag 1;coltura, possono essere ~ttenuati, dal)a cooperazione, la quale m Piemonte e pi].? intensa che in ogni aJtra parte della pt lll • sola. Si è detto che nelle classi rurali m\l.11cbi lo spirito di associazione, o, quanto meno., esso sia assai fievole. 43 Non sono di questa opinione; perchè vedo che quando si gettino le basi cli una associazione con solidità di inii,iati,va, e possibilità di disporre di capitali adeguati; e si manifesti la probabilità non soltanto vaga di raggiungere un certo utile scopo, i contadini vi aderiscono. Così è, ad escrnoio, per 'it C'.O'J;:~rativedi consumo. Certo ,, c 1 e s_t' nella mente dei contadini non è penetrato I coucetto dell'utilità di un determinato fine è vano il voler insistere sulla formazione di associai,ioni per conseguirlo. Ho già detto delle cantine sociali e deUe casse rurali; indicando cli queste ultime Jl difetto maggiore. Ma è meglio che t'si ,tano pur con questo difetto che se non csistc~sc_ro affatto. E dobbiamo rallegrarci della loro diffusione tanto più se, diventato meno sensibile il bisogno cli credito, esse contribuiranno per altre vie ad agevolare le funzioni di associazioni aventi fini diversi dai loro. Le latterie sociali 0.ono abbasta!iza nunc:- rose e di origine antica nelle pro~inci 7 di Novara e di Torino. La loro orgamzzaz1011e non è conforme, ma quello che sopratut!o importa cli rilevare si è l'immenso beneficio che apportarono alle papolazioni del!e località ove sorsero ,migliorando l'industna del caseificio, indirizrando e fortificando il commercio dei latticini, perfei,ionanc\o le razze delle varie località ·e rendendo più razionale la coltivazione e la tenuta dei pascoli e dei prati. Esse meritano quindi tut!a l'atten: i,ione di coloro che si occupano di problemi agrarii perchè si accresca' il_lor? numero e si intensifichi la loro pròvvtda 111flueni,a. Il Piemonte conta un forte gruppo di mue in certi paesi, anche ricchi di bestiame, bestiame sorte nei luoghi dove più largamente si esercita l'industria dell'allevamento. Si può dire ani,i che i'n nessuna region': il numero è così notevole (ventisette); non d1 meno tale assicurazione non ha ancora preso quello sviluppo che sa,r:ebbe necessario _per il progresso stesso dell mdustna =tecmca, e in certi paesi, anche ricch idi bestiame, essa è affatto sconosciuta. Per l'assicurazione contro la grandine non si contano che due mutue. Sono rami di assicurazione che non trovano seguito iu Italia, sia per le difficoltà tecniche ad esse inerenti, sia per i rischi a cui le società vanno incontro e la ritrosia degli agricoltori a pagare i premi elevati che sono quindi necessari (8). Hanno sopratutto vita rigogliosa le cooperative di consumo sia per l'acquist_o di generi di consumo domestico,_c~e per 11_nfor11ime11todi semenze, concimi, macchme agricole ed alimentari per iì bestiame. Il loro numero è in continuo aumento, anche per merito dell'Opera Nazionale per i Combattenti. Le cooperative cli rifornimenti agrarii sono quelle la cui opera è maggiormente benefica per l'agricoltura. Una delle più notevoli ragioni per cui l'impiego di concimi chimici si estende con lentei,i,a consiste appunto nel giusto timore che gli agricoltori nutrono, di adulterazioni operate dai venditori : fatto questo, più volte lamentato, e cli cui gli agricoltori non hanno sempre le conoscenze che occorrono per accertarsi. Orbene, le cooperati<ve, e in generale le società agrarie, che si dedicano a questa funzione, possono operare i rifornimenti a mezzo di persone competenti, e garantire così ai coltivatori la possibilità di unpiegare buoni conciini. Altrettanto è da dirsi per le semenze, gli alimenti pel bestiame, e le macchine agricole. I coltivatori non sono sem,pre in grado di acquistarsi buone macchine agricole per la stessa ragione accennata a proposito dei concimi chimici, quindi in questo campo l'oro-a11izzazio11edegli acquisti è di ma.ssima ~tilità; tanto più se si pensa che oggidì no!! sempre la produi,ione di macchine è fatta con sufficiente preparazione dagli industriali, ; quali fabbricano macchine non sempre ben adatte per i ten·eui su cui devono lavorare (9), e perciò è necessaria 1:-11;a ~ nde oculatezza da parte degli acqU1s1ton, oculatei,ra che si risolverà in vantaggio dell'agricoltura e dell' iud ustria stessa, i cui dirigenti impareranno cosi ad inii,iare con minor leggerezza nuove intraprese. E qui possiamo faxe qualche riflessione sull'impiego dei concimi chimici e delle macchine agricole in Piemonte. Dai dati raccolti dalla Federai,ione Italiana dei Consorni Agrari si rileva che in Piemonte su una superficie colti vata di ettari 1.788.600 si consumavano in media prima della guerra: Ql. 1.577.000 di concimi fosfatici con Kg. 88,17 per ha., Ql. 153.000 di concimi azotati con Kg. 8,55 per ha., Ql. 17.500 di concimi potassici con Kg. 0,98 per ha. Tali dati sono, come già si disse, certamente diminuiti durante la guerra a causa deo-li alti prei,i,i déi concimi chimici. Tale concimai,ione, fu notato, è affatto insufficiente, im,perocchè occorrerebbe un impieo-o normale di 4 quintali di concimi fosfatici, uno di concimi potassici ed uno di

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