RE NUDO - Anno II - n. 5 - maggio 1971

riferimento alla legge civile in ma– teria di trascrizione del matrimonio religioso » (Richiesta specifica a– vanzata dal PCI al dibattito sulla revisione del Concordato - Aprile 1971). Ma il dialogo si fa in due e Paolo VI non è da meno; sentiamo cosa ha detto in una recente visita ad una borgata romana: " Il lavorato– re ha il diritto a migliorare le sue condizioni, ad adeguare il suo sa– lario alle necessità familiari, ad a– vere una cosa decorosa. La chiesa non stà con le classi più fortunate, non è vero! non è vero! Quando guardo i pellegrinaggi di lavoratori mi domando: ma questo mondo del lavoro è così ristretto come sono relativamente ristrette le folle che vengono a trovarmi, o non è il mondo del lavoro grande, grande come un mare fino a co– prire quasi tutta l'area della so– cietà?». Da parte nostra sappiamo che i la– voratori cattolici non hanno biso– gno di dialoghi; quando c'è da lot– tare, sono· a fianco di chi lotta, senza compromessi o mediazioni e quando ci sarà bisogno faranno come Padre Torres, come i preti baschi, come chi pur credendo nell'esistenza di un dio, crede so– prattutto nell'esistenza dei capitali– sti che « in grigio» o in «tonaca», sono tutti uguali e tutti da mettere nella lista. I IL RE VESTITO I GLI OSSERVATORI: RE VESTITI DI CARTA STAMPATA Il ping-pong è improvvisamente en– trato nel linguaggio politico di tut– ti i giorni; chi non sa giocare, si sente frustrato, come la CIA, che fino all'ultimo ha tentato invano di improvvisare campioni da -inviare in Cina, insieme ai « pingponghi– sti » USA in partenza per la « tour– né ». Il casino immane che hanno sollevato i commentatori borghesi di tutto il mondo è incredibile. Se– condo la mente contorta di questi osservatori l'apertura diplomatica di Ciu En Lai significherebbe -un mutamento della linea teorico-poli– tica di Mao Tzetung e « l'inizio di una in·evitabile svolta revisionista». Noi, inguaribili ingenui, vogliamo credere che questi osservatori (al– meno alcuni), non siano neppure in cattiva fede, ma ormai il loro è come un male inguaribile che ha toccato il cervello incancrenito da decenni di diplomazia borghese. Eppure Ciu En Lai ha ben distinto " la grande amicizia del popolo ci– nese verso il popolo americano », con l'immutato odio rivoluzionario con cui come al solito Il Quoti– diano del popolo, attaccava il governo imperialista USA ed esal– tava le lotte dei neri e dei radicali americani contro la guerra e per la liberazione. Ecco però che i fe– felr servitori della diplomazia bor– ghese hanno minimizzato o taciuto questo secondo aspetto tutti inten– ti a " commentare ,. la nuova e più recente apertura diplomatica di Mao mediata dal giornalista ame– ricano marxista-leninista E. Snow. Vediamo intanto qual'è il risultato politico immediato della visita dei giocatori americani nella Cina Po- polare. Leggiamo pure dalla stes– sa stampa borghese che cosa han– no dichiarato questi presunti « ca– valli di Troia» inviati dall'Ulisse USA R. Nixon: Appena lasciata la Cina, il presidente dell'associazio– ne americana di ping-pong ha det– to: « Abbiamo la sensazione di la– sciare un mondo pulito per entrare in un mondo sporco ». Un giocato– re, John Tannehill: « Il sistema Ci– nese mi piace, vorrei lo si potesse instaurare anche in America ». Lar– ry Lee, campione di origine cinese ha dichiarato: « I miei sentimenti sono strani, ho imparato molte·co– se; avevo letto sulla Cina informa– zioni che si sono rivelate false ». La moglie poi di un altro giocatore ha infine detto: « Siamo tutti di– spiaciuti di lasciare la Cina; quan– do sono partita, mi sono messa a piangere». Anche un commentatore fra i più subnormali dovrebbe essere in gra– do di capire che se degli ameri– cani medi tornando ·in patria con queste idee non potranno che fa– re propaganda del comunismo tra il popolo americano. Chi sono al– lora i cavalli di Troia, signori con– servatori? O meglio chi è Ulisse, Nixon o Mao? Ben fanno in realtà ·i compagni ci– nesi ad aprire le porte della Cina agli occidentali, perché ogni occi– dentale che va in Cina, quando torna ne è di fatto un propogandi– sta volontario o no. Purtroppo è inevitabile che questi signor-i osser– vatori non vedano al di là del pro– prio naso, perché loro « conosco– no·» ·ta storia e allora ·i furbetti im– piantano parallelismi che poi vo– gliono difendere fino in fondo. Per esempio è dal '68 che la me– nano con l'equazione Mao-Stalin, per cui Mao sarà costretto, come ha fatto baffone a mandare in culo i partiti comunisti occidentali per la ragion di stato. La rivoluzione culturale a questi Tarzan della di– plomazia borghese, non è bastata, non lo fanno mica H parallelo con l'involuzione burocratica dell'URSS del dopoguerra! E non fanno nep– pure il parallelo tra il potere ope– raio realizzato nella fabbrica in Ci– na con la persistente divisione tra lavoro manuale e lavoro intellet– tuale nelle officine sovietiche; e te comuni, l'armata popolare con uffi- ciali senza gradi, l'apparato sta– tale al servizio del popolo contro la vita borghese e alienante dei sovietici, con il loro esercito ugua– le a quello americano, con la loro polizia politica e la loro maledetta magistratura tanto simile alla no– stra! Manco per la minchia, nes– sun parallelo un filo in profondità; un bello schemino e via andare. Eppure, ancora una volta anche i commentatori meno dotati da mam– ma natura, avrebbero potuto ana– lizzare anche un solo elemento per evitare di dire tante puttanate: ne– gli anni '50, la stragrande maggio– ranza di coloro che vis·itavano l'URSS (perfino militanti del PCI), ritornavano in crisi o comunque colpiti da quello che a ragione definivano « un mondo grigio e squallido», ricordavano la gente « triste e infelice », parlavano del mercato nero, delle calze di seta e di quello che le ragazze russe facevano per procurarsele. Vi ri– cordate di quell'industriale di Car– pi che offrìva il viaggio in URSS a tutti i « suoi » operai simpatiz– zanti del PCI, per fargli "vedere coi loro occhi cos'era in realtà il comunismo? » (sic). E quanti com– pagni in buona fede hanno abban– donato l'ideale comunista per col– pa dei revisionisti sovietici e ita– liani? Beh compagni, ci fosse uno strac– cio d'industriale che oggi pagasse un viaggio in Cina a qualcuno di noi! E ce ne fosse uno di quelli che tornano dalla Repubblica Po– polare Cinese che non si sia defi– nito entusiasta· di quel popolo me– raviglioso! Non parlo solo di comunisti, ma di borghesi come Sormani, P~ter- PUBBLICITÀ TEATRO S. MARCO Via S. Marco 2 · MILANO I\IIETROPOLIS FRANCESCO DI ASSISI Regia: Liliana Cavani - Interpreti: Lou Castel, Marco Bellocchio, Giancarlo Sbragia (1966, Italia). Venerdl 7 - Lu– nedl 10 - ore 20 e 22. DENTRO IL CARCERE Regia: Emilio Sanna (1970, Italia). Mar– tedi 11 - Mercoledl 12 - ore 20 e 22. I BAMBINI E NOI Regia: Luigi Comencini (1970, Italia). Glovedl 13 - Venerdl ·14 - ore 20 e 22. YAKOV SVERDLOV Regia: Serghei Yutkevitch - Interprete: Massimo Strauch - (1940, U.R.S.S., ediz. orig.) - Un film sulla vita di Lenin. Lu– nedl 17 - ore 20 e 22. IL COMUNISTA Regia: Yuli Raizman - Interprete: Boris Smirnov - (1957, U.R.S.S., ediz. orig.) - RE NUD0/5 nosto, Bocca e revisionisti come Jacoviello e la Macciocchi; a pro– posito lo sapevate dei casini che hanno dovuto sopp"ortare (soprat– tutto Jacoviello) questi due quando sono tornati dalla Cina al... PCI? Jacoviello ha fatto un · resoconto del viaggio sull'Unità che dalla ·ter– za è finito all'undicesima pagina e con tanto di tirata d'orecchi. Un esempio applicato della teoria di Mao "sull'acutizzare le contraddi– zioni in seno alla borghesia»). Piccoli cervelli malaticci! Continua– te ad « osservare », ad « interpre– tare » in buona o mala fede i tentativi dei compagni cinesi per approfondire le contraddizioni ne– gli USA e nello. stesso tempo continuate a sputare veleno sulle loro sacrosante aperture economi– che e diplomatiche necessarie per la sopravvivenza. Perfino «l'Espres– so», che raccoglie i frutti migliori del vostro marcio albero, teoriz– zando « un nuovo libretto di Mao», ha ottenuto il risultato di venire ri– dicolizzato perfino ad un dibattito televisivo sull'argomento. (v. " Boo– merang» del 20 aprile: Galli, Snow, Macciocchi, Parise e altri). Un film sulla vita di Lenin. Martedl 18 - ore 20 e 22. IL CUORE DI UNA MADRE Regia: Mare Donskoi - Interprete: Ro– dion Nakhapétov - (1965, U.R.S.S., ediz. orig.) - Un film sulla vita di Lenin. Mercoledl 19 - ore 20 e 22. FESTIVAL BUSTER KEATON Montaggio delle seguenti comiche: A Recless Romeo, The Garàge, One Week, Scarecrow, Neighbours, The Goat - (1917-1921, U.S.A.). Lunedl 24 - Martedl 25 - Mercoledl 26 - ore 20 e 22. OMAGGIO A MAX LINDER Selezione dai film: L'étroit mousque– taire, Sept ans de malheur - (1922- 1923, Francia). Glovedl 27 - Venerdl 28 - ore 20 e 22. Le tessere si rilasciano presso la Sede della Cineteca Italiana, Villa Comunale, Via Palestro 16, tel. 799.224 e al Teatro S. Marco, Via S. Marco 2, tel. 639.156, prima degli spettacoli. UNICA SOLUZIONE E' LA DISTRIBUZIONE. CHI VOLESSE DARCI UNA MANO TELEFONI O Cl VENGA A TROVARE: A MILANO: GUIDO 5463493 A ROMA: PIERO 6371242 - GUIDO 651248 A CREMONA: ROBERTO 24672

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