RE NUDO - Anno II - n. 5 - maggio 1971

RE NU0O/4 Palmiro Togliatti nel 1947, all'as– semblea Costituente affermava che « nel 1929 quell'accordo fece vera– mente pesare sul nostro Paese l'ombra funesta del triste amples– so di Pietro e Cesare ». Questa af– fermazione del segretario del Pci doveva rappresentare il primo se– gno della colossale opera di misti– ficazione iniziata dal gruppo diri– gente del partito col vergognoso voto favorevole all'articolo 7 della costituzione che ha permesso al Vaticano la continuazione dello sfruttamento e della speculazione concordata 1'11 febbraio 1929 coi « Patti del Laterano » fra Stato e Chiesa. Che cosa stabilirono Mussolini e Pacelli sulle spalle dei lavoratori Italiani? Il reciproco appoggio e la reciproca complicità per un « indi– pendente » sfruttamento capitalisti– co dei due stati. Alla Chiesa veni• vano versati come « indennizzo », una somma equivalente oggi a cir– ca 600 miliardi di lire fra còntanti e titoli al portatore. Il sogno di Togliatti col voto favo– revole all'art. 7 era di ingraziarsi Alcide De Gasperi (che si dimostrò più furbo del compare Palmiro) per una nuova « spartizione » dei pote– ri. Qui stà il nocciolo della colos– sale mistificazione operata da To– gliatti, coerente con la vergognosa scelta di campo fatta due anni pri– ma al congresso di Salerno, dove teorizzò la via riformista al sociali– smo. Togliatti però fece male i suoi conti, perché la risposta della vol– pe Alcide venne un anno dopo, quando, estromesso il PCI dal go– verno, scatenò una vera e propria crociata elettorale contro i comu– nisti. Togliatti fece appena in tem– po prima di passare sconfitto alla opposizione di promulgare come ministro della Giustizia una bella amnistia « pacificatrice », con la quale venne messo in libertà qual– che migliaio di fascisti assassini. Data la situazione lupo Palmiro non poteva più cercare il dialogo direttamente con chi gli aveva da– to tanti calci in faccia, e così iniziò a parlare « alle masse cattoliche », o meglio cominciò a servirsi dei discorsi alle masse cattoliche per farsi sentire là in alto, da dove lo avevano buttato giù. Il prezzo di queste nuove profferte fatte al par– tito dei padroni, fu l'ulteriore disar– mo ideologico e politico propinato ai quadri comunisti (quello militare infatti era già avvenuto) e ai lavo– ratori. Ecco cosa diceva loro nel '55 G.C. Paietta, servo fedele della linea Togliatti: « Se come voi dite, c'è una forte corrente antireligiosa, antichiesa, dovete combatterla con forza; quel– la è una posizione anticomunista. Si, anticomunista perché noi voglia– mo l'unità con i milioni di catto– lici ... » Da « Perché il colloquio tra comu– nisti e cattolici ,, di G.C. Paietta - Treviso 18-11-55. Milioni 'di cattolici, masse lavoratri– ci cattoliche, in questo periodo era– no queste le parole che nasconde– vano i veri interlocutori: il Vaticano e la D.C. Bisogna aspettare il IX Congresso per sentire Togliatti par– lare ancora chiaro " La posizione dei quadri dell achiesa cattolica e delle organizzazioni che essa in un modo nell'altro dirige, ha in Italia, ai fini del successo di una politica di distensione e di pace, un'impor– tanza che nessuno può trascurare. VATICANO - PCI DIALOGO '71 SI tratta Inoltre, di una forza cui spetta, se si allarga lo sguardo a tutto Il mondo, un posto e una fun– zione che non possono negare. • Quest'ultimo esplicito riferimento suona addirittura cinico se si tiene presente 1) che il Vaticano è il mi– glior servo dell'imperialismo USA e 2) che la Chiesa è una potenza capitalista che vive sull'oppressio– ne dei popoli del mondo; possiede sette banche, migliaia di miliardi in azioni industriali in Europa e in America; 3) che è il più grosso spe– culatore edile de lpaese (miliardi e miliardi sono stati investiti nel pe– riodo post bellico per comprare quartieri interi alla periferia di Ro– ma, quando i privati svendevano) e per di più non paga una lira di tas– se. Tutto questo durante l'affanno– sa corsa al governo viene ad essere addolcito, « dimenticato ». Sull'Uni– tà del 20 aprile '71 la Jotti addirit– tura cercando di giustificare il voto orrendo dell'art. 7 della Cosi. dice che « i Patti del Laterano, furono celebrati durante tutto il lungo e non felice periodo del fascismo ». « Perfino il fascismo in questo con– testo diventa solamente non felice!» Ma da quando in qua un rivoluzio– nario, definisce «non felice» la dit– tatura nera! Grazie tante signora Jotti. Ma andiamo oltre: al X con– gresso si è ben più chiari, si dice che bisogna andara al di là del– l'unità coi cattolici sul terreno delle lotte sociali, al di là... più avanti: « Anche il nostro dialogo con il movimento cattolico non può, non deve limitarsi alle convergenze im– mediate, sulle rivendicazioni urgen– ti che sono all'ordine del giorno nel paese. Tale dialogo deve par– tire anch'esso dalle questioni ca- ratteristiche e urgenti che si pon– gono nella società italiana, ma de– ve essere collocato nell'arco dei grandi problemi storici del nostro temoo: il rovesciamento della ten– denza alla corsa verso la guerra atomica; la liquidazione del colo– nialismo e la trasformazione politi– ca e sociale del paesi che il colo– nialismo ha oppresso e sfrutta– to... » Ecco dunque per questi signori quale deve essere il terreno d'in– contro! Si propone di liquidare il colonialismo a chi il colonialismo sostiene e alimenta. Patteggiamen– ti e castrazioni che i rivoluzionari (cattolici o marxisti) rifiutano ormai in tutto il mondo. Non ci sono for– se preti in Spagna, in Portogallo, nel Terzo Mondo che sono caduti col fucile in mano, a fianco dei co– munisti? Non c'era, non c'è biso– gno di dialogo per loro; o con gli sfruttati o con gli sfruttatori. Dov'è lo spazio per il dialogo? Ma ineso– rabile il discorso pronunciato al X congresso va avanti e ci spiega: « Noi comunisti riaffermiamo che un primo terreno d'incontro con il movimento cattolico esiste ed è qello della Costituzione repubbli– cana, con i nuovi diritti sociali e politici che essa afferma e con lo sviluppo della democrazia. In que– sto processo stà la garanzia che la coscienza religiosa non solo ver– rà rispettata, ma avrà dinnanzi a se un terreno democratico effetti– vo di sviluppo, in cui i valori stori– camente positivi potranno espri– mersi e dare il suo contributo al progresso della nazione». (Dal X congresso del PCI - Dicembre !9§2).;.... ----- E' il massimo: qui si parla di ga- rantire lo sviluppo di valori storici positivi! La funzione storica di bie– co oscurantismo della Chiesa vie– ne « riconsiderata » per il contri– buto che ne può venire per la co– struzione della nuova società! Passano gli anni e il dialogo si fa sempre più aperto e sputtanato. Sentiamo Longo all'undicesimo: « L'intesa tra comunisti e cattolici è un elemento decisivo affinché si crei una nuova maggioranza capa– ce di dare all'Italia un governo che operi per la pace, per lo svilupop della democrazia ... » (L. Longo di– scorso al Xl congresso del PCI). Il nuovo capo del partito sempre più apertamente parla di dialogo di vertice; addirittura s'incomincia a parlare d'intesa, ormai siamo ai giorni nostri quando l'andata al go– verno coi DC è all'ordine del gior– no su tutti i giornali; adesso infatti, il Pci è addirittura svaccato, politi– camente osceno, non vuole salva– re più neppure le apparenze. L'Uni– tà ha definito il discorso di Colom– bo sulla revisione del concordato « non privo di una certa chiarezza costituzionale »! In sostanza Colombo ha detto che il concordato Mussoliniano va be– nissimo e che i diritti della chiesa non si toccano. Solo su due arti– coli andrebbe operata una revisio– ne per « assicurare chiaramente il diritto alla dispensa dall'insegna– mento religioso nelle scuole» e « per garantire un più esplicito e diretto riferimento alla legge civile in materia di trascrizione del ma– trimonio religioso ». Ma l'Unità si accontenta ed è comunque una ga– ra di «gentilezze»; infatti se Marx ci insegna che la religione è uno strumento nelle mani del potere do– minante per distogliere le masse dai loro interessi di classe, la Jotti afferma che « l'insegnamento della religione nelle scuole è un servizio che lo stato deve offrire al citta– dino ». Perbacco! Dulcis in fundo, la conclusione idilliaca è che « il nuovo concordato sia lo strumen– to per creare all'interno del paese, un regime di tolleranza e di rispet– to reciproco, che è in sostanza al– la base di una vera libertà». Allegria, regime di rispetto e tolle– ranza DC-PCI! Vediamo cosa do– vrebbe rispettare e tollerare il PCI al governo, intanto tutto l'apparato del Vaticano di cui si è detto pri– ma, inoltre tutta la rete di preti e suore stipendiate dallo stato per sfruttare orfani e vecchi pensiona– ti, per instillargli ogni giorno quel « timor di dio » che serve tanto al momento del voto. E che dire de– gli episodi che avvengono quoti– dianamente negli istituti per i bam– bini poveri, negli ospedali dove le suore spesso vengono denunciate per avere sfogato i loro istinti re– pressi contro minori, con violenze, sevizie e instaurando regimi di ter– rore? E della corruzione clerico– militare che regna negli ospedali militari dove le suore sono l'emi– nenza grigia e assumono la funzio– ne di corruttori utili ai soldati per certe facilitazioni in cambio di ro– sari e offerte varie? L'Italia è disseminata, infestata da questi malefici centri di corruzione e la politica dei manifesti di « ben– venuto al papa » e di sottogoverno con la DC, ci porta a tollerare e ri– spettare queste oscenità in cambio della dispensa dall'insegnamento religioso nelle scuole e per .. ga– rantire un più esplicito e diretto

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