RE NUDO - Anno II - n. 5 - maggio 1971

RE NUDO/10 J 1L BOCCA DELLA VERITÀ I lo penso che né Renzo De Fe– lice, né Paolo Spriana, né Leo Va– liani siano ridotti come risulta dal– le interviste sul fascismo apparse il mese scorso su Giorno. L'autore di questo scempio è Giorgio Boc– ca, con le sue domande scarsa– mente significative, con le sue os– servazioni deliranti. Dice: « Il fascismo tradizionale an– ticipava, in certo qual modo, la strategia maoista di conquistare la campagna per far poi cadere le città, come pere mature. Oggi è l'opposto: è quasi assente nelle campagne e agisce nelle città ». Ugh. Dovremo pur dirglielo a Mao che qui è stato preceduto dalle squadracce e nella « strategia » poi. Il fatto che poi oggi il fasci– smo preferisca le città (come tut– ti, dal momento che le campagne vengono abbandonate) è in questo caso dimostrato dai fatti di Reg– gio. naturalmente; il nostro non si pone neanche j/ problema di una analisi strutturale della rivolta; i fascisti c'erano? si gridavano slo– gans municipalisti? e aflora basta, i moti sono di destra, tutto il re– sto non conta. Ma come la met– tiamo allora col brigantaggio cala– brese di fine secolo? I briganti erano o nq pagati dai Borboni? Dicevano sì o no di volere una restaurazione in funzione anti-Sa– voia? E allora erano rigurgiti bor– bonici, dico bene dr. Bocca? Accennando a Giolitti Giorgio Boc– ca sintetizza: « un democratico, il padre della nuova democrazia ita– liana... ». Chissà come sarebbe stu– pito il vecchio Giovanni se sapes– se di avere ancora degli estima– tori nella « cultura socialista ». Po– vero Sa/vernini quanto fiato spre– cato! Per vent',anni Giolitti ammini– strò il potere come un patrimonio personale, usando il più bieco tra– sformismo dal quale af/a fine fu travolto. Espressione di un'Italia gretta e provinciale senza idee ma con troppo buon senso, senza ten– sione innovativa ma con sprezzan– te indulgenza verso le masse, que– sto è stato il « padre defla demo– crazia». Prosegue Giorgio Bocca: « Nefla Germania che diventa nazista c'è un altro fenomeno singolare: /'o– scillazione, il pendolo continuo di molti gruppi intellettuali, studen– teschi, fra estrema destra ed estre– ma sinistra. Si pensi al Goebbe/s delle origini, lacerato fra l'odio per il F0hrer reazionario e l'amore per il F0hrer rivoluzionario, assistere– mo anche noi a queste oscillazio– ni? » Sofri, Me/dolesi, Capanna e voi compagni, non oscillate? Ma è senza dubbio perché manca un F0hrer se non chissà a quali lace– razioni assisterebbe il Bocca! For– se bisognerebbe studiare un po' la storia e la cultura tedesca pri– ma di proporre certi paragoni che hanno l'unico risultato di intorbi– dare le acque. In quanto agli storici, dice Spria– na nel corso deff'intervista: « L'e– sercito non è fascista come nel '21 e forse non lo sarebbe nep– pure la polizia se non si commet– tesse da parte di certi giovani /'er– rore di insultarla indiscriminata– mente ». Fino ad un certo punto slamo d'accordo: la poflzla va at- taccata ai suoi livelli responsabili (Guida, Calabresi, Santi/lo, Bonan– no ecc.), gli agenti di PS sono in– vece sottoproletari in divisa e non andrebbero insultati anche se sot– to le botte o davanti al cadavere di un compagno è difficile qualche volta sottilizzare. Ma quando Spria– na sostiene che forse la polizia è fascista perché noi fa insultiamo ... euh là, neanche fossimo dei mass media! E poi che stranezza di teo– ria comunista dello stato borghe– se! Ma davvero Spriana crede che senza di noi la polizia sarebbe de– mocratica? Con quel testo di leg– ge, con quei manuali d'insegna– mento, con quell'apparato, con quei questori, con questo gover– no? Dice ancora lo storico P«C»/: « E' una sciocchezza estremistica affermare che il sistema voglia o– mogeneamente le riforme e che in ogni caso i riformatori siano ser– vi utili al -sistema ». Gli « estremi– sti» dicono un'altra cosa e cioè che ci sono tante contraddizioni afl'interno del capitalismo e che i riformisti sono utili solo a una parte del sistema. Leo Valianl In– vece afferma curiosamente che, contrariamente al '20-'21: « Oggi le squadre sono poco numerose ed essenzialmente composte da pic– chiatori. Non escludo che abbiano armi, ma per ora non le abbiamo viste ». Dobbiamo rispettosamente contraddire questo maestro di an– tifascismo: le armi cl sono; solo che quando la polizia deve cercar– le diventa stranamente miope e .torda (Vedi Cronache lotte e re– pressione). Salvo a scattare quando le armi sono della sinistra (per esempio caso Coste/Ioni: trovate due pistole nello studio del pittore. Peccato che polizia e « Corriere » abbiano dimenticato di precisare che erano ad aria compressa). E le bombe di Milano? Alla stazione, alfa banca, alla fiera, e le bombe di Roma, di Catanzaro e i campi paramilitari in Veneto, in Sabina,in Calabria? ff fatto che oggi le squa– dre non possano più marciare col teschio sul petto e il pugnale fra i denti basta per supporle inermi? Alla ricorrente domanda di Boc– ca: « Lei pensa che si possa ri– petere l'estrema labilità ideologica di certa gioventù rivoluzionaria del '20-'21?» Renzo de Felice risponde: « Siamo ad un argomento molto delicato, estremamente rischioso. Ma penso che commetteremmo un errore se non seguissimo con at– tenzione questi fenomeni, sia pu– re minoritari da noi, di nazlmaol– smo. Il sociologo Gino Germani mi diceva che in Argentina /'am– biguità rivoluzionaria incomincia ad essere preoccupante: ml ha fatto vedere delle riviste, del fogli In cui la distinzione fra soclal/smo e fascismo è sempre più incerta ». Ammesso che sia vero (ma secon– do noi è vero solo ad un esame superficiale) in che cosa la realtà socioeconomica e culturale italia– na assomiglia a quella argentina? In niente e Il prof. De Felice non può non saperlo e allora anche se l'argomento è delicato e rischioso, perché invece di scomodare I pe– ronisti, non parla del « nazlmaol– smo » di casa nostra? ChisslJ,forse perché correrebbero Il rischio di scoprire che questi « fenomeni mi– noritari » sono solo gruppi di rot– tami fascisti e polizieschi,.. ben pagati. Ma lasciamo quei signori alle loro confidenze. Certo la sinistra rivoluzionaria è ancora una materia incandescente e indistinta dalla quale solo col tempo e con enorme · fatica riu– sciremo a isolare ciò che vale dal– le scorie. In questo processo ci saranno ancora molti errori, divi– sioni, incertezze; si ripeteranno an– cora parole d'ordine sbagliate, si vivranno ancora momenti di riflus– so e ancora assisteremo alla In– filtrazione di spie e provocatori che ci attribuiranno parole mai det– te e fatti mai accaduti. Di tutto questo approfitteranno pun– tualmente anche I piccoli sciacalli del sistema per sbatterci in faccia ~ . ~. ! ---~-•·v.;..·-· ___ , ~.– .. :.- .•~ La generazione del cc nostri 11 Il loro rispettabile passato e per giustificarci I/ loro mallnconlco pre– sente, convinti come sembrano che la verità cresca una volta per sem– pre solo nel loro giardino. Attac– chiamoli pure allora,. sopra tutto se ci tirano le palettate di fango e non impressioniamoci se hanno fatto la resistenza. Altri uomini hanno fatto la resistenza, che do– po avevano un estremo pudore a parlarne, che non erano affatto si– curi sul da farsi oggi dopo questi venti anni e che, magari senza cre– derci molto, ci capivano e cl da– vano fiducia. E' grazie a loro se la resistenza non è una medaglia all'occhiello di vecchi tromboni ma un importante patrimonio comune, anche a noi che allora non c'era– vamo, l'unico decente punto di ri– ferimento del nostro passato pros– simo. Degli altri il tempo farà giustizia. ' Cari ragazzi. ho letto il N. 3 del vostro giornaletto con un certo interesse, in quanto, pur essendo io uno di quelli odiatissimi borghesi per i quali sognate pertiche e cappi, appartengo a quella nuova generazione dei « nostri ,. che non vive nell'isola– mento, ma si organizza per prepararsi a darvi quello che vi è semper stato riservato nelle società borghesi. Forse v'illudete di avere a che fare con dei vecchi babbei rinunciatari, ma vi accorgerete, sempre che non abbiate avuto già qualche assag– gio, che vi renderemo la vita sempre più difficile, tramite una strategia evolutiva adeguata alle vostre azioni. Vedete, cari ra– gazzi, voi stessi vi condannate al nullismo: vi riempite di droga, vi impidocchiate sempre di più e vi dedicate con passione alla pederastia, mentre dall'altra parte c'è chi si allena nelle pale– stre di Karaté, pratica il paracadutismo sportivo ed il tiro a segno. Credo che attualmente sia sufficiente tenervi d'occhio e mettere in atto quelle azioni sufficienti a comprimervi quanto basta. Forse alcuni di voi avranno la vocazione al martirologio, ma da parte nostra non si è disposti a soddisfare certe ambi– zioni. _Siamoconvinti che qllando la vostra petulanza avrà rag– giunto il limite del tollerabile, una buona dose di calci nel sedere e qualche quintale d'insetticida saranno bastevoli per ridare ordine alle cose. Con alcuni amici ho deciso di fare tesoro dei vostri suggerimenti e di venirvi incontro nei limiti del possibile: ci faremo un dovere di leggere il vostro giornaletto senza ac– quistarlo e ,ogni qualvolta se ne presenterà l'occasione, interes– seremo l'Autorità Giudiziaria, come abbiamo già fatto, delle vo– stre attività, sperando che mandino alcuni di voi a soggior– nare in quegli ameni luoghi che dimostrate di cosl ben cono– scere e saper apprezzare. Con adeguati saluti e con quell'ano– nimato che si conviene. Ai redattori di « RE NUDO » Il direttore de cc L'ESPRESSO 11 Milano, 13 giugno 1970 Gentile signor Direttore dell'• Espresso"• siccome io sono uno che legge molto e con attenzione, dopo aver letto l'inchiesta sulle avanguardie letterarie pubbli– cata nel numero 22 e l'articolo di Mya Tannenbaum sul semi– nario musicale di Venezia (num. 24), nonché numerose poesie pubblicate su .. Nuovi Argomenti ,. e su altre riviste recenti, ml permetto di inviarle, con cortese preghiera di pubbllcazlone, alcuni miei versi, appunto, di avanguardia: POEMA DI AVANGUARDIA Cacca, cacca, caccal La sega ml frega...

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