RE NUDO - n. 0 - novembre 1970

RE NUDO/ 4 Autunno dei Padroni Ogni anno la stessa storia: tra– sferimenti, sospensioni, licenzia– menti; la repressione si scatena contro gli operai più attivi. L'anno • scorso la Pirelli, quest'anno l'Alfa Romeo: chi inizia la lotta paga; è la legge dei padroni, la legge ri– spettata dalla magistratura (a meno che non ci sia qualcuno che esa– geri e prenda a fucilate i suoi di– pendenti o che cerchi di bruciarne un po'). Nei giorni scorsi all'Alfa su cen– tinuaia di sospensioni c'é n'é stata una tramutata subito in licenzia– mento, che ha valore esemplare· quella di Andrea Banfi di 28 anni. Dieci mesi fa Banfi decide d'inter– rompere gli studi prima della lau– rea e si fa assumere all'Alfa Por– tello; nella sua domanda scrive: Banli Andrea, titolo di studio: terza media, professione del padre: con– tadino. Queste bugie gli « costeranno .. prima una ·promozione forzata e poi il licenziamento; vediamo co– me. Appena dopo poche settimane il suo ingresso in fabbrica, Banfi, costituisce un nucleo di operai ri– voluzionari, costantemente critico nei confronti della linea sindacale. Un giorno, una spiata e alla com– missione interna arriva la voce « della verità ..: Banfi è universita– rio fuori corso e figlio di un sena– tore. Immediatamente alcuni mem– bri della commissione interna, pas– sano l'informazione a Raffaello Di Nola, il numero due dell'Alfa; per giustificare la spiata, i sindacalisti aggiungono che fra l'altro questo Banfi è un « vero e proprio rompi– scatole ... Nello spazio di due gior– ni dalla ruffianata, l'operaio Banfi lascia la catena e viene promosso, dato il suo titolo di studio, impie– gato. Esiste infatti un accordo sin– dacale che :,revede in una clauso– la, l'impossibilità per un universita– rio lavorare come operaio. Il suo capoufficio è per di più un fascista che probabilmente riceve insieme al nuovo dipendente anche ordini precisi: da questo momento per il « promosso forzato » non c'è tre– gua: rapporti ad ogni minima infra– zione, controlli minuziosi, provoca– zioni continue; una· volta, per la stanchezza chiude gli occhi per due minuti; il rapporto del capo, puntuale: sorpreso addormentato sul lavoro! Attraverso queste inti– midazioni si vogliono scoraggiare i contatti che Banfi mantiene con gli operai più combattivi, anche se lontano dalla sua catena e dal suo reparto. Ma è tardi, ormai « questo rompiscatole » è diventato un pun– to di riferimento politico per molti compagni. La direzione allora non esita a passare alla provocazione diretta. « L'operaio Banfi è un emo– tivo, non si controlla .. » Di qui la provocazione, l'insulto, il licenzia– mento. A questa indegna operazio– ne va aggiunta la notizia di una squallida indagine di tipo poliziesco svolta da un grosso dirigente del– l'Alfa per conoscere la situazione personale del loro dipendente: se erano buoni i rapporti con la !ami- I . ·' glia, quali erano i suoi legami poli– tici, quale era la sua situazione economica visto che abitava fuori dalla famiglia. Un operaio dell'Alfa ci racconta come lui e i suoi compagni hanno reagito alla notizia del provvedi– mento disciplinare nei confronti di Banfi: « È stato al primo turno, era– vamo alla catena, quando Andrea si è precipitato giù dalla direzione agitatissimo; dopo un corteo in!_er– no che aveva fatto piazza pulita dei crumiri, il Banfi ebbe uno scon– tro verbale con un capo. Cosa si siano detti non lo so di preciso, probabilmente le_ solite cose 'Chi ti credi di essere ... servo'. Dopo un ora, in ufficio gli comunicano so– stanzialmente che in pochi giorni verrà licenziato. Noi del nostro re– parto ci siamo fermati subito e ab– biamo passato voce. Al secondo turno, la fabbrica intera veniva bloc– cata per protesta. Se un borghese rinuncia ai suoi privilegi di classe per lottare e pagare di persona, non è che la pensi come noi, ma È UNO DI NOI». J ' 1 . ' , I Lj(f Nzit PER ~~rf.Rfz.~_-.')~ CRONACA DELLE LOTTE E DELLE REPRESSIONI Alla Plagglo di Pontedera vi sono state all'Inizio di ottobre forti scioperi, per il rinnovo dei contratti. Il prezzo di queste lotte sono sette sospensioni Ira I compagni più attivi. I Parlamentari del PSI, del PSIUP e del PCI mandano telegrammi a Colombo e a Donatt-Cattin, per chiedere l'intervento dello Stato. La ri– sposta ·del governo è Immediata: 3 del 7 operai sospesi vengo– no arrestali. Il giorno successivo, 5000 operai della Plagglo scendono In piazza; la direzione licenzia I tre operai Incarcerati. A questo punto la mobilitazione diventa popolare: una settima– na di lolle e scioperi con operai e studenti. Il 26 ottobre avviene la più grande delle manifestazioni popolari: tutto Pontedera è in piazza. ·Il 29 i tre compagni vengono scarcerali. I fascisti si sono scatenali a Reggio Calabria facendo leva sulle secolare e sacrosanta rabbia del popolo meridionale. Il pretesto: Reggio capoluogo della regione; lo scopo del fascisti: provocare Il caos per alimentare la strategia della tensione. Durante le barricate però, sono emersi nuovi problemi, nuovi temi di lotta proposti da parte dei Reggini più coscienti. Per molti, la rivolta per Il capoluogo è divenuta ribellione contro Il governo: nel quartiere di Sbarre si manifestava con le bandiere rosse, al grido di polizia fascista. Valerlo Borghese, noto capo fascista, mentre ancora I suol agi– tatori fomentavano il disordine indiscriminato a Reggio Calabria, Iniziava ua lunga serie di viaggi In Sicilia: obbiettivo: tirare le file dell'Ordine Nuovo, del Fronte e delle altre organizzazioni fasciste che operano per la strategia della tensione e del colpo di stato.

RkJQdWJsaXNoZXIy