Giulio Caprin - Trieste e l'Italia

- 26 - Non ostante questi errori e molti ostruzionismi del governo austriaco, Trieste ha prosperato. Nel 1912 vi approdavano 12.606 navi per un tònnellaggio di 4 milioni e mezzo, ne partirono 12.614 per un tonnellaggio su per g:ù eguale. Il traffico marittimo fu calcolato nel 1910 a 28 milioni e mezzo di quintali : nel 1913 è salito a quasi 35 milioni. Molto, ma non tutto quello che si potrebbe aspettarie dall'unico porto importante di uno stato continentale come l'Austria. Venezia, con un entro-terra evidentemente meno /esteso, nel 1910 restava poco addietro a Trieste con i suoi 26 milioni di quintali. Il che risponde implicitamente all'obiezione di coloro che, riunita Trieste all'Italia, vedono con la rovina di Trieste anche quella di Venezia. Un elementarissima conoscenza di fatto insegna che l'entroterra del porto di Venezia è tutto nella valle del Po e nelle Alpi ad occidente, mentre quello del porto di Trieste e ali 'oriente e al nordest. E se fin da ora Trieste è preferita a Venezia per alcune merci - per esempio il caffè, di cui a Trieste vi è una borsa d'importanza europea - lo deve alla superiorità della sua organizzazione nello scarico delle merci. l I senatore austriaco Escher ha indicato con precisione l'attuale sfera di azione del porto di Trieste nell'interno. « Questa si estende fino ad una barriera all'altezza di Praga, barriera che va da Praga al confine boemo-bavarese, fino al lago di Costanza ». Ora in tale zona non sono compresi i territori ricchi ed industriali dell'Europa centrale: questi sono più al nord e non gravitano verso Trieste, ma neppure verso un altro porto mediterraneo : un abile sistema di tariffe ferroviarie e un'eccellente canalizzazione interna conducono ad Amburgo, a Rotterdam, ad Anversa merci che, per regione chilometrica, sarebbero più prossimi a Trieste. B'blioteca G ro Bia'1co

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