Giulio Caprin - Trieste e l'Italia

- 19 - italiano rimanesse in disparte, si dichiarasse indifferente. Non poteva immaginare -- la città italiana dell'Austria che soffre le fatali incompatibilità tra lo spirito· italiano e il sistema austriaco, fra la latinità e il germanesimo - che la triplice alleanza fosse un patto più solido che il provvisorio modus vivendi tra due rivali che per il momento non hanno convenienza a battersi. L'Austria intanto si ostinava a render definitivo lo squilibrato equilibrio tra i due stati adriatici consolidando un suo slavismo austriaco su tutta la sponda orientale. Trieste ha dovuto combattere lo slavismo tanto più fieramente quanto più lo slavismo è stato austriaco. Mantenendosi italiana contro tutti, manteneva uno stato di diritto di cui la nazione italiana doveva farsi forte quando - esaurita finalmente la cosi detta funzione storica dell'Austria - la questione adriatica avrebbe dovuto discutersi soltanto fra l'Italia e gli Slavi, divenuti arbitri del proprio destino ma non più spalleggiati dall'Austria. Un luogo comune, che ha ancora qualche fortuna tra i molti luoghi comuni di cui si nutre l'ignoranza italiana ìn fatto di questioni internazionali, è quello dell'Austria necessaria all'Europa di occidente contro il pericolo slavo. Nel 1882 un deputato italiano Alberto Cavalletto affermava in parlamento come fosse interesse italiano difendere ... l'Austria. « Noi tutti dobbiamo contribuire - diceva quel deputato poco lungimirante - a difendere Vienna, poichè a Vienna sono la sicurezza e la civiltà stessa dell'Europa che si difendono ». Raramente è stato detto in buona fede un assurdo più assurdo. Non lo si può giustificare se non con una concezione teorica di una Austria che possa esistere all'infuori degli elementi nazionali che la compongono: uno stato ideale indipendente dalla realtà dei suoi abitanti. L'Austria, per quanto i suoi principi di stato sieno soB•blioteca Gino Bianco

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