Giulio Caprin - Trieste e l'Italia

- 15 - stamento: c'è stato chi la ha costituita sua erede universale. Gli scolari delle scuole medie le consacrano tutti i loro risparmi : avvengono gare tra le scuole, quale alla fine dell'anno offrirà il gruzzolo più vistoso. Cosl i risparmi di una classe di un Liceo, accumulati per gli otto anni del corso, hanno toccate le I0.000 corone. E si danno casi più commoventi, più santi : una povera sartina morendo a vent'anni destina alla Lega l'obolo risparmiato alle sue modeste eleganze : un giovane che si uccide, prima di uccidersi si ricorda di lasciare alla Lega il suo peculio. La Lega diventa il simbolo della patria negata : si canta il suo inno come un inno di guerra. E diventa simbolo anche la lotta - di parlamento, di comizi e di ferite - per la Università che tutti gli italiani dell'Austria vogliono a Trieste e che il Governo non vuole in nessun luogo. Intanto il Comune di Trieste mette ogni anno in bilancio per le sue scuole italiane tre milioni e mezzo di corone; altrettanti ne dà alla beneficenza. Il Governo, che, non ostante miracoli di violenza e di corruzione, non è mai riuscito ad abbattere l'italianità della rappresentanza cittadina, la combatte con l'ostruzionismo: si rifiuta di ratificare le nuove spese scolastiche, gli toglie via via !e attribuzione statutarie, lo obbliga a licenziare i suoi impiegati italiani. La città guarda ancora al Comune come alla sua rocca imprendibile. Al tormento governativo risponde con la sua fede nazionale. ·11suo ardore è diventato disciplina quotidiana, ostinata battaglia di difesa; la difesa si fa di giorno in giorno più difficile contro le infinite riserve dell'offesa avversaria. Per quanto attiva sia la capacità di Trieste a italianizzare gli elementi estranei che le sono gettati dentro, vi è pure in questa chimica di popoli un punto di saturazione a cui non si può non arrivare, se il deBiblioteca Gino B1c:1nco

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