Giulio Caprin - Trieste e l'Italia

13 I-@ resistenza di Trieste contro l'Austria e gli Slavi: dati di fatto. L'Italia nuova dimentica presto il martire e dimentica Trieste. L'eroica follia romantica da cui è nata l'Italia cede al materialismo pratico e miope di nuove generazioni. Anche moralmente Trieste è abbandonata quasi da tutti. Ma ama troppo l'Italia per poterla tradire, essa la tradita. Niente vale a snaturarne la coscienza. La città d'affari, che ali 'osservatore superficiale sembra tutta dedita all'azione mercantile, ha una seconda anima di combattente per l'ideale. Contro il Governo che nega alle città commerciali il diritto della coltura - è la obiezione austriaca all'antica agitazione oramai semisecolare per l'Università italiana -- oppone la sua intelligenza, la sua passione per tutti i doni superiori dello spirito, per l'arte, per la dottrina. Cresce il movimento del suo porto : appena compiuto nel 1886 il porto nuovo, si deve por mano ad un terzo porto, quello di Sant'Andrea. Cresce la popolazione rapidamente; da centomila abitanti che contava verso il 1850 ne tocca i duecentomila nel 1900; oggi sono duecentocinquantamila. Ma nel suo stesso accrescimento si delinea il nuovo pericolo della città. Il Governo austriaco, che non ha potuto germanizzarla, ha preso altro partito: la ·slavizzerà. Gli Sloveni della Carniola, che è alle spalle di Trieste, sono considerati buoni austriaci, rappresentanti genuini di quella « idea di stato » con cui l'Austria vuol colonizzare l'Adriatico . - - . - . -·- B blioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==