Giulio Caprin - Trieste e l'Italia

- 12 - esperimento di governo. Anche nei più temperati l 'ingiuria quotidiana fermenta in odio. I cittadini si attaccano disperatamente all'unico diritto non negato, almeno in teoria, dalla costituzione austriaca : il diritto alla lingua nazionale. Ogni energia è volta a conservare il segno indebile della parlata e del pensiero italiano nelle generazioni che si succedono. La resistenza politica si fa un arme della scuola. E lingua e pensiero italiano - mantenuti dalla scuola - assorbono e fondono via via gli elementi estranei che sono imposti come denaturanti. La città assediata converte in difensori quelli che vi son penetrati traditori : facendoli cittadini, li fa italiani. Ma c'è tra i suoi figli chi spera ancora di liberarla di colpo dall'assedio. Tra il 1870 e il 1880 è ancora viva la speranza che il Regno d'Italia compia subito l'opera dell'unificazione politica. E' il tempo in cui Garibaldi promette ai suoi irredenti l'ultima guerra italiana contro l'Austria: pronto a scendere in campo ancora una volta, « a costo di farsi legare sul cavallo ». E Guglielmo Oberdan, fiore di gentilezza italiana, offre il suo martirio, patto di sangue tra la sua città e l'Italia. Il 20 dicembre 1882, l'anno in cui il Governo d'Italia firma la Triplice Alleanza. Oberdan « che andò non per uccidere ma per essere ucciso ». B•blioteca Gino Bianco

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