Giulio Caprin - Trieste e l'Italia

11 mco guardi a Trieste come allo sbocco designato per un avvento tedesco sul Mediterraneo, i territori etnicamente tedeschi sono troppo lontani dalla città per agire sulla sua compagine italiana. ' Peiciò - dopo il 1866 - il Governo di Vienna, deciso :a fare di Trieste una città effettivamente austriaca, tentò jaltri modi: tutti i sistemi di governo e tutti gli empirismi di polizia. E' nel 1866 che il lento dramma della 'città è entrato nella crisi da cui o si salverà oggi o non più. L'Italia, costituita a stato nazionale, mentre per il ·constrasto esacerba la pena della schiavitù alla città ri- .masta in esilio, nulla le vale come difesa, neppure indiretta. Anzi è ragione all'Austria, che ne teme la cresciuta potenza di attrazione, di più dura oppressione ai suoi sudditi italiani. L'Austria oramai si propone sistematicamente di annullare l'italianità recidendo ad uno ad uno tutti i legami naturali Ira Trieste ed il resto d'Italia. Il flusso naturale degli uomini, delle merci, delle idee attraverso il confine vicino è abilmente sbarrato e sviato. Si fa il vuoto intorno a Trieste, dalla parte dell'Italia : si pretende, contro natura che riconosca il suo centro naturale dove non è, a Vienna. Il Governo viennese che si dà qualche volta l'aria del buon tutore, lo è come Don Bartolo di Rosina: la spia nei gesti, nelle intenzioni secrete, tutore tormentatore. Così pensa di arrivare al suo scopo. Distruggere l'italianità di Trieste senza, naturalmente, distruggere Trieste: fare in modo che la città muoia nazionalmente, ma rimanga viva, prosperi, fiorisca come città dell'Impero e per l'Impero. Muoia italiana e nello stesso tempo rinasca austriaca. Miracolo difficile anche all'apostolica violenza dell'Austria. · I Triestini si accorgon_odiess~_resottoposti _aun atroce Biblioteca Gino Bianco

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