Giulio Caprin - Trieste e l'Italia

- 10 - commerciali e marinaresche dei Triestini : vide di mal occhio la istituzione della prima grande impresa di navigazione moderna sull'Adriatico, quando i Triestini, nel I 836, fondarono il Lloyd. Veramente l'impresa, senza esser politica, era più che mercantile : il Lloyd si fece perfino editore di una reputatissima edizione di classici italiani. Ma se ne servì quando comprese l'utilità; cosi il governo austriaco, che qualche ingenuo crede il creatore della fortuna di Trieste, in realtà fu sempre l'abile sfruttatore di tutte le iniziative locali. L'abilità, e più l'avidità del Governo austriaco, quando l'importanza del porto triestino crebbe a quella di primo porto adriatico, si volse tutta ad assicurarsene in perpetuo il possesso. E contro la italianità di Trieste, ridesta nel destarsi di tutta la coscienza nazionale, oppose un dominio sempre più duro: un programma di trasformazione etnica. Perduta per sempre la Lombardia, l'Austria adoperò tutti i suoi accorgimenti perchè il giorno in cui le fosse tolto il Veneto, non avesse a perdere anche Trieste. Cosi Trieste, che nel 1848, aveva festeggiato con Venezia la primavera della patria. che nel '49 aveva dato alla difesa di Roma i suoi figli più puri - Giuseppe Revere, Filippo Zamboni, Giacomo Venezian, Sansone Levi, Giovanni Bruffel - e alla difesa di Venezia aveva partecipato con la legione dalmato-istriana, fu sottoposta, dopo il 1849, a un processo di germanizzazione. Scuole tedesche per tutti, solo il tedesco negli uffici pubblici. Il governatore Kellersperg in un rapporto, che evidentemente ha fatto testo, stabill il principio che « i più importanti interessi dello stato consigliano di favorire nel modo più energico gli elementi non italiani ». Il tentativo di germanizzare Trieste presto si mostrò inattu11bile. Per quanto il torbido imperialismo germaB•blioteca Gino Bianco /

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