Enrico Burich - Fiume e l'Italia

- 16 - siamo - si credette da qualcuno - questo è l'unico modo per rispondere alla violenza del governo ». Ma la bomba lasciò fredda la cittadinanza, nè fu, come potè sembrare al primo .momento, il sègnale di qualche moto più violento. Il 2 marzo dell'anno scorso un'altra bomba scoppiò, anche più innocua della precedente. La faccenda cominciava a dar da pensare, tanto più che la polizia di Stato anche questa volta, come la prima, si mostrava incapace di scoprire la trama della congiura. Sorse dunque facilmente il sospetto che la bomba potesse essere una bomba addomesticata. Non tardò molto che uno dei complici volle fornire le prove matèriali che la bomba era stata fatta scoppiare d'accordo colla polizia di Stato e col governatore per formare un atto di accusa contro i capi del partito italiano e giustificare così la presenza e l'attività funesta d~lla polizia stessa. Il fatto divulgato dalla stampa del Regno produsse impressione enorme. Per la prima volta gl'italiani cominciarono a occuparsi delle sorti di Fiume e a entrar nel convincimento che Fiump, in mani ungheresi-, non si trovava meglio delle altre terre irredente in mano dell 'Austria. Così Fiume prese posto degno accanto a Trento e Trieste nei cuori italiani. E oggi, alla vigilia, speriamo, della sua redènzione, essa ha affermato con fiera fermezza la sua indomabile italianità. Il governatore Wickenburg, volendo provocare un voto di fedeltà all'Imperatore, aveva indotto il Podestà a convocare in seduta straordinaria il Consiglio Municipale. Il Podestà non trovò alla seduta che cinqut consiglieri e le lettere di altri ventisette consiglieri che con dure parole deplorando la debolezza di lui lo invitavano a dimettersi immediatamente. Italiani e croati a Fiume. Fiume è città italiana. Ha subìto pochissimo I'imbastardimento a cui si velie sottoporla. Sotto una leggera f crosta, non dirò ùnghtrese o slava, ma internazionale, si scopre subito il suo carattere prettamente italiano. Il I B bhoteca Gino B1dnco

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