Enrico Burich - Fiume e l'Italia

,__ 14 - / Nel giugno del 1913 il Podestà di Fiume dichia/4 di non poter più sostenere le imposizioni e le ingerenze di organi militari irresponsabili ~ si dimise. , Il Consiglio Municipale riunitosi dr urgenza votò sfiducia al governo e rivendicò l'autonomia e l'italianità di Fiumè. Pare che il governo attendesse proprio 'queste proteste legalissime per sciogli~re il Consiglio e dare al governatore i poteri di commissario regio. Non passò un mese e la città venne consegnata in mano alla Polizia .ungherese. I poveri fiumani sorpresi e sbigottiti improvvisarono una dimostrazione che trascese poi quasi in sollevazione. Ma dovettero cedere alla brutale violenza delle baion~tte e delle guardie a cavallo. Ed ora dei brutti ceffi di armigeri passeggiano su e giù per le rive e per i moli colla baionetta inastata e coll'elmo di Zriny, le rivoltelle alla cintola, come sorvegliassero dei deportati. Non c'è fiumano che al solo vederli non si senta provocato e indignato. Il giorno dopo l'arrivo dei poliziotti il capo del partito autonomo, il professor Zanella, affrontò il governatore, trattandolo pubblicamente da vigliacco. All'aperta offesa il conte Wickenbllig parve voler rispondere con una sfida, poi con un processo, e ai giornalisti di Budapest accorsi per assistere allo svolgimento della vertenza, promise di reagire : ma finl poi col dimenticarsene. Colla Polizia di Stato il governo ungherese ha dato a Fiume ii regime del terrore. Gli italiani oggi sono sorvegliati e tenuti d'occhio uno ad uno; la città invasa di spie; i circoli di ogni genere sciolti o minacciati di scioglimento; i giornali che denunziano le ill~galità della polizia sequestrati; chi parla italiano perseguitato; gli italiani regnicoli o delle provincie irredente dell'Austria sfrattati. I poliziotti hanno perfino il diritto di perquisire a domicilio senza una autorizzazione del tribunale, in base a semplici indizi. Nell'agosto del 1913 un giornalista italiano nato e vissuto selJlpre a Fiume ma per sfortuna sua suddito austriaco e non suddito ungherese, venne bandito semplicemente perchè « secondo dati ricevuti in via confidenziale già da molto teneva un comportamento contrario agli interessi dello Stato ». Bastano informazioni segrete; processi o almeno motivazioni serie semB•blioteca Gino B1dnco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==