Enrico Burich - Fiume e l'Italia

- 13 - tutta l'Europa nascondendosi sotto le loro tradizioni liberali, ,abusando in Inghilterra e in Italia specialmente del buon nome che loro aveva creato un Luigi Kossuth? Tanto che, in Italia, quando giunsero le prime notizie dello strazio che l'Ungheria stava commettendo a danno dell'italianità di Fiume, tutti caddero dalle nuvole e ci voli~ un certo tempo pèr far. perdere a molti l'idea che attraverso Fiume si potesse mettere in fiamme l'Ungheria contro l'Austria. L'Ungheria è oggi ciò che l'Austria era prima del '48. E difatti, l'Austria negli ultimi cinquant'anni, voglia o non voglia, ha ailargato un po' i diritti dei suoi sudditi, ha riconosciuto in teoria una certa libertà alle varie nazionalità (meno gli italiani, si capisce). L'Ungheria, no: l'Ungheria fece ogni sforzo possibile per schiacciare e soffocare i rumeni, i ruteni, gli slovacchi, i croati specialmente, e riuscì, fino agli ultimi giorni, a passare per uno stato nazionale, mentre è composta anche essa di non so quante nazionalità, tra le quali gli ungheresi non hanno neppur la maggioranza numerica. La sua politica è stata brutale, violenta, ispirata ad un senso di indegna megalomania. Fino a pochi anni fa era Vienna che dirigeva e comandava. Ora le redini della Monarchia sono in mano degli ungheresi che hanno rinnegato il fardello delle loro tradizioni liberali rendendosi così benemeriti dell'Impero. Pare provato ormai che anche la guerra contro la Serbia sia stata ideata dal presidente del Consiglio di Budapest, contè Tisza, e non dal conte Berchtold. L'Ungheria è dunque oggi ciò che l'Austria fu in altri tempi. E Fiume, i 'unica sua città italiana, ne ha avuto la prova. Che bisogno avrebbe avuto, si domandano tutti a Fiume, l'Ungheria di scag!i!\rsi contro di noi che le custodivamo il suo sbocco al mare? Non certo la paura di un irredentismo che non esisteva, che non era nelle tradizioni della città. Ci volle il regime quarantottesco che l'Ungheria introdusse a Fiume per convincere anche il più fervido autonomista che non era più possibile una collaborazione coll'Ungheria, che bisognava volger gli sguardi altrove. Regime quarantottesco! Non si tratta ormai- di semplici strappi fatti all'autonomia, di interpretazioni anti-italiane date allo Statuto civico. B blioteca Gino B1dnco

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