Enrico Burich - Fiume e l'Italia

-9penetrare per anni ed anni senza diffidenza fino a Trieste e consolare e dar fiducia alla meno fortunata sorella. Così Fiume dimenticò cJ.,~ una patria italiana s'era formata ed unita senza avçr raccolto lè ultime propaggini di italianità ... Ho "ricordato questa che è la storia di Fiume, ma ho fatto uno sforzo per non arrossire di vergogna. Tanto le cose sono mutate da allora a questa parte! Da allora, cioè dal 1880, quando a Fiume c'erano trecentosettantanove ungheresi e nessuna legge del Parlamento ungarico poteva aver vigore a Fiume senza il voto àel Consiglio municipale. Pochi anni dopo soltanto, gli Ungheresi, entrati da ospiti ed accolti da amici, iniziarono una lenta opera di snazionalizzazione. Forse perchè si credevano a casa loro e si sentivano in realtà poco padroni; forse perchè Vienna parlò a Budapest. Siamo verso il 1890; In Italia Cavailotti ed Imbriani tengono viva la fiaccola dell'irredentismo, a Trento si scioglie la Pro Patria e sulle terre irredente infuria la reazione. Forse, dico, Vienna parlò a Budapest e diede ordine perchè fosse dato l'assalto a quel pugno di italiani che vivevano a Fiume senza sogni di irredentismo. Così il governo ungherese da un giorno all'altro cambiò faccia ç mandò da Budapest impiegati zelanti ma diffidenti, giornalisti prezzolati e spie provocatrici. Le cose che il giorno avanti andavano sopportabilmente bene, cominciarono ad andar male per le nuove interpretazioni _cavillose che il Governo voleva dar allo Statuto civico mettendo in imbarazzo il Comune. L'orizzonte cominciava ad intorbidarsi e le relazioni fra città e governo a farsi tese. Gli italiani perplessi si accontentarono di pretestare con precauzione e in tono addolorato, perchè ancora non s'erano potuti convincere delle mire del governo. Nel 1898 il ministro Banfy tentò di distruggere d'un colpo ogni prerogativa autonoma della città c·oll'istituirvi una Giunta Amministrativa come foro di seconda istanza alle decisioni del Consiglio municipale. Indignazione generale di tutti gli italiani e proteste energiche. Il governo non si curò delle proteste, sciolse il Consiglio Municipale e nominò un commissario regio. Biblioteca Gino B1c1nco

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