Gaetano Salvemini - Guerra o neutralità?

Nell'agosto passato il nostro Governo commise I'errore di non disdire immediatamente il trattato: forse la nostra impreparazione militare sconsigliava in quel momento un passo di questo genere. Ma quel che non si fece allora, si ha il diritto di farlo sempre. Il nostro paese ha sempre il diritto di esigere dal!' Austria assicurazioni pubbliche ed esplicite sulla intenzione di non diminuire in nessun modo, non solo la integrità territoriale, ma neanche l'indipendenza nazionale della Serbia. E se l'Austria non riconoscerà il suo dovere, nulla diminuirà più in noi il diritto di badare ai nostri interessi in assoluta libertà. Ma quale eroismo - qui la voce del triplicista diventa flebile - quale generosità è questa di assalire l'Austria, ora che si trova minacciata da ogni parte? Quale gloria avremmo a vincere un nemico già prostrato da altri? Rispondiamo che non siamo mossi contro I' Austria da nessun amore di gloria e da nessuna pretesa di fare dell'eroismo. Da che mondo è mondo, le guerre si fanno o si minacciano, quando si ha la certezza di vincere, e non quando si teme di essere sconfitti : si fanno, cioè, quando si ha motivo di credere che il nemico sia più debole. La Germania e l'Austria hanno forse scatenata questa guerra perchè sentissero di avere di fronte una coalizione di forze più potente, o piuttosto perchè s'illudessero di poterla con la loro superiorità sopraffare? Se la guerra si dovesse fare o minacciare, non quando si ha la certezza di. vincere, ma quando si è sicuri di andare a rompersi la testa contro un avversario inespugnabile, la guerra sarebbe sempre una ridicola follia. Per mezzo secolo l'Austria ci ha tenuto le ginocchia sul petto. finchè era più forte di noi. E noi abbiamo dovuto soffrire, tacere, servire. Oggi l'Austria è mezza sconquassata, e noi possiamo guardar l'Austria da pari a pari. Domani, quando essa si sia cavata dal mal passo, non sarà più così : essa ritornerà alle arroganze, noi alle miserie passate. Perchè lasciar trascorrere questo attimo fuggente senza assicurarci meglio per l'avvenire? Eccolo qua il nostro « sacro egoismo ». B•blloteca Gino Stanco

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