Gaetano Salvemini - Guerra o neutralità?

18 - grazie a una salda barriera di popolazioni tedesche, magiare e rumene, che va dalle Alpi orientali al Mar Nero: e non si vede in che modo la Russia potrebbe distruggere o sottomettere questa .massa di popoli per arrivare, nientemeno, all'Adriatico, senza che tutta l'Europa si unisse per impedire tanta mostruosità. Che se la egemonia russa sull'Adriatico si suppone debba esercitarsi, non grazie a un dominio diretto, ma attraverso un permanente vassallaggio della Serbia verso le direttive della politica russa, anche questa è vana paura. La Serbia, come la Rumenia, come la Bulgaria, come la Grecia, ha fatto nel passato e continuerà a fare in avvenire la politica dei suoi interessi e non la politica della Russia. Nè più nè meno di quel che ha fatto e farà 1'Italia rispetto alla Francia, ai cui aiuti noi pur dobbiamo, comè devono gli Stati balcanici alla Russia in proporzioni così larghe, l'acquisto della indipendenza nazionale. Tutta la storia del secolo XIX è la storia di una sistematica infedeltà degli Stati balcanici verso l 'impero degli Zar. Ciò che ha spinto spesso questi paesi a gravitare nell'orbita russa, è stata la necessità in cui si sono trovati di ricorrere all'aiuto della Russia nelle loro lotte nazionali contro la Turchia e nella difesa della loro autonomia contro l'Austria; salvo, beninteso, ad appoggiarsi ali' Austria, all'Inghilterra o alla Francia, secondo i casi, non appena la Russia pretendesse di farsi pagare troppo cara la propria solidarietà. Il mezzo migliore di emanciparè i Serbi dalla Russia, è quello di aiutarli a non avere più bisogno della Russia, cioè a conquistare l'unità e l'indipendenza nazionale contro l'Austria. Insomma, anche nell'ipotesi che la Serbia conquisti tutte le provincie austriache dell'Adriatico e che l'Italia rimanga nei confini attuali, l'Italia in questo cambiamento non ha nulla da perdere, ed ha molto da zuadaJlnare. 8iblloteca Gino 81dnco

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