Il piccolo Hans - anno XXI - n. 83/84 - aut./inv. 1994

maggiore l'obliterazione della memoria che ne consegue; la trasformazione istantanea della conoscenza (con i suoi processi lenti di assimilazione e sedimentazione) in archivio immediato della cultura, e cioè in «luogo» segnato da una totale disponibilità a farsi leggere, ha come effetto principale una egemonizzazione dell'oblio. Già la letteratura modernista aveva prospettato un esito simile per il mondo occidentale: testi come l'Ulysses joyceiano puntavano indubbiamente, a causa del sogno totalizzante che li animava, nella direzione dell'oblio. È tuttavia nel romanzo contemporaneo che la preponderanza dell'oblio diventa manifesta come modello della contemporaneità, perdendo il carattere eminentemente linguistico dell'esperimento modernista per affermarsi ontologicamente come condizione del reale. Il rapporto tra velocità e oblio esprime un nodo fondamentale della realtà in Libra, romanzo di Don De Lillo nel quale Nicholas Branch, un agente della CIA che ha avuto il compito di scrivere la storia segreta dell'assassinio Kennedy, si ritrova a tale scopo a potere consultare tutte le informazioni, pubbliche o segrete che siano, sul caso e sui personaggi in esso coinvolti. Branch scopre poco per volta che la quantità di dati disponibili è schiacciante; il suo studio, letteralmente soffocato dalla facilità di accesso a qualsiasi tipo di informazione, diventa «la stanza dove si invecchia» 1 , il luogo dove la velocità informatica e la relativa lentezza dei processi mentali mostrano una totale incompatibilità. Per Branch si rivela prematuro compiere uno sforzo reale per trasformare gli appunti in storia internamente coerente. Forse sarà prematuro per sempre. Perché i dati continuano ad arrivare. Perché nuove esistenze entrano costantemente a fare parte dell'archivio. Il passato cambia mentre lui lo scrive2 . Questo personaggio incarna così la morte della memoria come risultato di un accesso totale e illimitato alle in64

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