Il piccolo Hans - anno XXI - n. 83/84 - aut./inv. 1994

buito alla definizione di paesaggio nazionale russo nelle sue molteplici varianti25 • Non ci soffermeremo in questa sede su una trattazione esaustiva del problema, né, tanto meno, sull'interessante e articolato rapporto fra arte e letteratura. Vogliamo semplicemente ricordare un'opera della pittura russa dell'Ottocento che, per i motivi e le tematiche affrontate, funge da splendida illustrazione al nostro discorso. Si tratta di un quadro di Isaak Levitan: Vladimirka. I motivi «steppa» e «strada» interessarono e attrassero sempre questo artista. Una grande quantità di studi furono dedicati a strade e sentieri che si perdono nei campi o nei boschi, fino al più rappresentativo esempio, Vladimirka (1892), la grande strada lungo la quale «facendo risuonare le catene» tanti deportati procedettero verso la Siberia. Anche in Levitan storia, leggende, tradizioni, opere poetiche si fondono nel senso del paesaggio e della strada, caricata di tutte le sue valenze culturali (cfr. nota 3). La profondità, l'orizzonte inesistente, i viaggi senza fine, gli autori della letteratura russa che con lui condivisero l'amore e l'attrazione per questi temi, tutto ritorna nella pittura di Levitan. «Ciò che di più tradizionale esiste per l'uomo russo: l'usuale e poetica percezione della strada, unita alle considerazioni sul senso della vita e del destino, ha permesso a Levitan ·di rendere in modo così organico la visione della Vladimirka» (Fedorov-Davydov: 199). È proprio la sintesi di quei concetti sui quali siamo intervenuti a rendere grande ed emozionante il quadro di questo pittore: lo spazio equamente diviso tra terra e cielo26, ma soprattutto l'idea di dal' e prostor, di percorsi tracciati direttamente sul suolo, rettilinei e fusi con la terra, che si perdono in lontananza, di cui non si conosce né l'origine né la fine. Negli ultimi ventun'anni di vita Levitan non dipinse neppure una figura umana nei suoi quadri, a dimostrazione del fatto che il paesaggio era diventato per lui il protagonista assoluto, che non fungeva da mero sfondo ad azioni umane, ma che, senza bisogno 56

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