Il piccolo Hans - anno XXI - n. 83/84 - aut./inv. 1994

ad aver mantenuto intatta nell'autunno la propria bellezza di foglie fulve, nella tajga, la mitica f oresta «fitta, impenetrabile e sterminata», una donna, «ex moglie di un soldato e in segreto anche fattucchiera», canterà una canzone popolare in una zona del bosco resa particolare e misteriosa dalla presenza di una specie di dolmen. All'om- . bra di quel tempio pagano avrà luogo l'esecuzione di un gruppo di partigiani. Il paesaggio e la culturapopolare, la superstizione pagana, si uniscono in un quadro di assoluta armonia e di grande effetto. La canzone, secondo Pasternak,cerca di fermare il tempo con le parole: «tentativo f o lle». Anche in epoca sovietica questo riferimento al paesaggio mitico non verrà meno: una per tutte una canzone dell'epoca della seconda guerra mondiale, Na kurgane23 (sul kurgan), che unisce il paesaggio del Volga, la possanza del fiume al fatto storico (tragici scontri durante la battaglia di Stalingrado) avvenuto in un luogo detto kurgan, sviluppando su basi mitico-tradizionali, secondo i canoni sovietici di musica e testo, il tema da trattare. Step' da step' krugom (steppa e ancora steppa tutt'intorno) titola una delle più amate e «strascicate» canzoni popolari russe, e canta della morte di uno jamscik nella steppa e del suo «testamento». Non c'è dolore o disperazione, soltanto rassegnazione e una sorta di implicita consolazione nell'essere morto di freddo proprio lì, e proprio lì, nella steppa, venire sepolto. Steppa e ancora steppa tutt'intorno,/ il cammino è ancora lungo, I in questa steppa remota/ moriva un postiglione [...] qui nella steppa più remota dammi sepoltura e a mia moglie di' che sono morto di freddo nella steppa, ma che il suo amore lo porterò con me24 • Parallelamente alla tradizione f o lclorica e all'evoluzione letteraria le arti figurative hanno notevolmente contri55

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