Il piccolo Hans - anno XXI - n. 83/84 - aut./inv. 1994

tuiscono convenzionalmente a quelli che la letteratura elaborerà come tratti del paesaggio. La steppa sarà invariabilmente dikaja (selvaggia), la doroga (strada) daleka, daleka (lontana, lunga), il tintinnio del sonaglio unylyj, odnozvucnyj (mesto, monotono), la canzone del postiglione grustnaja (triste). La combinazione di questi elementi costituisce il primo paesaggio lirico russo. Nell'economia del testo dei canti popolari non esiste trama. Non si conoscono punto d'arrivo né punto di partenza. Si tratta di un segmento nell'ambito di una vita, di un'emozione nell'ambito della sensibilità umana che trova manifestazione artistica in rapporto alla strada percorsa e alla sua essenza. Vista l'inconsistenza della trama è difficile parlare di reazione o resistenza dell'ambiente nei confronti del1'eroe. Se gli altri due generi folclorici russi, le byline e le fiabe di magia, incarnavano i due stati ideali dell'uomo russo (rispettivamente movimento e staticità), nei canti assistiamo alla fusione dei due e alla loro coesistenza mediata dal rapporto con il paesaggio. Per l'eroe delle byline lo spostamento è lo stato normale, come lo starsene sulla stufa per l'eroe delle fiabe di magia (Nekljudov: 122). Per i bogatyri, come per Ivan duracek (Ivan lo scemo, personaggio classico delle fiabe), nonostante l'atteggiamento di partenza sostanzialmente diverso, la strada si delinea sempre «diritta e ampia», lo spazio naturale non costituisce mai una difficoltà per lo svolgimento dell'azione, l'eroe riesce a spostarsi con incredibile rapidità e facilità nell'ambito del «campo aperto» o della steppa e delle sue colorazioni fantastiche, gli ostacoli che si pongono davanti al suo cammino sono puramente legati all'intreccio (Lichacev 1979: 630-631), ma mai naturali né naturalistici. Completamente diverso è l'atteggiamento nei canti popolari. La natura circostante, attraverso la quale si sviluppa il breve momento narrativo, è sempre colta in un momento estremo: tempeste e tormente hanno reso irriconoscibile la già precaria strada. I turbini di neve accecano ca51

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==