Il piccolo Hans - anno XXI - n. 83/84 - aut./inv. 1994

te» caratterizzate da un ritmo lento e monotono, cantano dei problemi quotidiani e psicologici della famiglia russa contadina dal XVII secolo in poi: amore, partenza per il servizio militare, banditismo, abbandono della casa paterna ecc. Tematiche legate non a situazioni di per sé rituali o celebrative (feste popolari, religiose, ciclo delle stagioni), ma alla sfera della vita più direttamente e autenticamente legata alla natura, quella di ogni giorno che sfociava istintivamente nel lamento, o nella celebrazione degli aspetti paesaggistici e naturali la cui essenza (esteriore e interiore) coincideva con la categoria del «sublime»: la bellezza e la potenza al grado massimo che nel loro fulgore incantano e spaventano allo stesso tempo. Condanna e celebrazione non potevano essere disgiunte, l'una portava e implicava l'altra. I personaggi che le animano sono i «tipi» russi dell'epoca, non hanno nome proprio, solo un epiteto: ragazza, giovanotto, vagabondo, soldato, signore, postiglione. Stanno per tutti gli altri, a tutti è nota la loro essenza e inutili sono caratterizzazioni o personalizzazioni. Chi è questo viaggiatore/ lontana è la sua meta?/ Per volontà sua oppure no I r, rocede a gran velocità nell'oscurità della notte? 0 Questa strofa potrebbe riferirsi alla maggior parte dei canti popolari; la caratteristica di identità vaga e non importante si abbina, nella celebrazione di quel paesaggio, all'indefinitezza dellameta, sottolineata spesso anche dall'uso di avverbi indefiniti: andare kuda-nibud' (non importa dove), dai puntini di sospensione che si trovano in fondo alla composizione o dal ritorno, a mo' di chiusa, della prima strofa che proponeva la situazione iniziale, per sottolineare la ciclicità e la non conclusione dell'avvenimento: Per le selvagge steppe del Transbajkal, / dove estraggono l'oro dalle montagne, / il vagabondo 49

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