Il piccolo Hans - anno XXI - n. 83/84 - aut./inv. 1994

la realtà è piuttosto un vortice condotto nel tratto di lumeggiature guizzanti,.rapidissime, al contempo tocco coloristico e disegno, dove insomma ciò che si vede, fra colori e figure, parrebbe destinato a svanire nell'istante dello sguardo in un risucchio, potrà allora apparire chiaro come lo spalto religioso e marinista che fu di Giacomo Lubrano, e di tanti suoi contemporanei, non fu posizione aristocratica di uomini di lettere, di pulpito o di «cetera», ma tassello complesso e fondante della tipologia stessa della cultura dell'epoca. Sarebbe venuta dopo la ragione, contabile, sprezzante, a fare lentamente le sue parti. Per il momento ancora all'artista consapevole si chiede solo una cosa: di indurre a vivere veloce. Insomma, se il reale, quello sotteso eterno ed ineffabile, si manifesta nell'apparenza del contingente solo attraverso metafore, raccorciando in un istante il tempo a significare l'oggi senza flusso, la metafora dell'artista, metafora seconda e poi via via allegoria, occorre a dare senso di spalto privilegiato a quello stesso istante, come per davvero divenisse l'oggi di un altro oggi, il giorno senza tempo da cui affacciarsi a commiserare la catena di giorni che fanno franto il tempo. Il discorso dell'arte, allora, è un discorso in sospeso con l'oggi; rivela gli eterni gangheri intorno ai quali ruotano le nostre finitezze non con nomi diretti, impronunciabili, ma con i nomi delle cose caduche, ingabbiati in perifrasi d'ironia dissimulante, insomma in litoti. Ed è litote la cenere agitando la quale Lubrano vorrebbe rimandare allo spirito, ma non direttamente. Il predicatore sa che fra materia e spirito non v'è possibile competizione, giacché l'epoca sua, nel suo immaginarsi, si schiaccia tutta sul secondo termine: la materia, addirittura, non esiste, non v'ha gioco insistere sulla sua fralezza. Ma il gesuita sa anche quanto si dissimuli nei templi dello spirito il senso del fasto e della pompa, quanto insomma il santo desiderio d'eterno possa pervertire, e la materia dunque aggirare l'argine religioso per ri29

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