Il piccolo Hans - anno XXI - n. 83/84 - aut./inv. 1994

ga superiore alle altre due: dove non v'è più il fondamento di un testo, da scoprire o riscoprire- l'unico testo, quello dhe si compie nell'eterno presente (mitico-televisivo), in dj_uella sorta di nirvana, come lo ha chiamato Enzensberger, che si fa mentre si disfa-quel nirvana ultrapermiss1 ivo e leggero, artificiale e inebriante: non necessariamJnte ottundente; oppure: ottundente e, nello stesso tempo, tnedicamentoso. C'è uno spettatore che di fronte ad uno spot può perfino I piangere... E c'è un attore continuo, senza soste, sempre in cammino. È un attore che ha dato un calcio alla forma in nome di quell'evento che egli non è, come ciascuno di noi- di nuovo noi spettatori. L'opzione di questo spettatore, e di questo attore, distinti e uguali, impassibili fino all'atonia e devoti fino allo strazio, gnomi in realtà, ma come fossero tanti virtuali David, non può essere che la creazione di sé. La creazione, dico, che non è né arte né vita, né forma né evento; essa non è che lavoro; la creazione come lotta nell'eterno mondo delle merci e delle figure. Franco Cordelli 188

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