Il piccolo Hans - anno XXI - n. 83/84 - aut./inv. 1994

È il movimento stesso dell'identità che si richiude sulla tautologia: se leggiamo«Uguale, non mutato/ in altro da com'era I così tutto appare.» (203); oppure: «Mutata in altro,/ ma è lei mutata in altro/ o è il nostro tramutato senso I che tutto unisce e di tutto si compenetra?» (197) non usciamo dall'interrogazione ininterrotta dello sguardo, che si porta ora sul mutamento e ora sull'identità. La prodigalità che ne nasce assume la figura di una maternità - alla (Maternità) è dedicata la poesia che raccoglie i giochi delle nubi, da cui siamo partiti (171) - percorsa dal fiume, invasa dal mondo, che incamera: Sta lei sempre diversa, però sempre se stessa, lo spirito continuo è la separazione da sé, è la partenza (171-172) Almeno in questo, la partenza è certa: che dalla separazione il testo non si esaurisce, ma grazie alla ripetizione e alla tautologia va, inesauribile, come la sostanza acquea, e non s'arresta. E alimentandosi, non ha fine. Come vuoi non ripeterti? (...............) mordere la propria polvere calcare le sue proprie impronte. (256) Passo passo, sui propri passi: non è solo monotonia. 170 È aurora questa o tramonto? o entriamo dove avvampa in un più intimo rovello, la nascita, il declino, la trasformazione in se stessadella sostanza? (209) Ermanno Krumm

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