Il piccolo Hans - anno XXI - n. 83/84 - aut./inv. 1994

Poi colei che sente l'aria e i semi sotto terra dice: «È solo un brivido,/ che stupida». E in un sospiro, quasi una domanda finale: ricevono più morte i morti, più vita i vivi a quel fremito a quell'incremento che si agita su se medesimo, primavera di che frumento... (62) Come un tema musicale, si annuncia quel fremito, quell'incremento (lo stillante incremento di Hopkins). È il principio antitetico, che si agita su se medesimo, il tema contrario all'immagine e alla metafora, e a ogni forma di duplicazione: eccolo, la scena è data a cielo aperto, il poeta contempla la terra nel suo girare e questa rupe e se stesso: e io per caso qui o per dettame che seguo, o credo, numero per numero il ripetersi o il variare del celestiale calcolo preso in quella compiutezza o escluso? o non vale quella differenza, ma l'identico soltanto, l'infinitamente uguale? (143) Ecco la domanda: vale o non vale la differenza? Non è, forse, questo che cercavamo nel ripetersi o nel variare del gioco dei monti e delle nubi? E in quel gioco, la differenza vale o vale soltanto l'identico? L'infinitamente uguale? «A = A: che magnifico tema poetico. » Luzi, nel 1990, 167

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==