Il piccolo Hans - anno XXI - n. 83/84 - aut./inv. 1994

plicando i segni, allontana dal nesso nome-cosa, problematico, ma originale. Vicino all'origine, alla sorgente. E rifiuta l'immagine, dominio dell'occhio, portatrice di allettanti inganni, di minacciosi compiacimenti. La ricerca si volge altrove: ma è difficile - a quel scroscio d'immagini far fronte (114) la sua forza è grande, e troppi sono i richiami e le distrazioni: Troppo, da troppe fonti - così viene a noi frusciante di bisbibli, acceso da riflessi e da occhieggiamenti. Ci gioca col suo multiplo apparire e il suo poco manifestarsi il mondo e noi forse possiamo - (114) Possiamo, «ma è difficile» (e di seguito con la precedente citazione). Noi non sappiamo cos'è ciò che ci viene incontro, fin dall'incipit di questa poesia (Troppo, da troppe fonti -), così ampiamente profuso col suo multiplo apparire. Certo, appartiene alla ridda (allo scroscio) d'immagini, rispetto alle quali sono così rare le manifestazioni del mondo. Quel mondo che nel testo o è soggetto esplicito di quel poco manifestarsi (opposto al molto apparire di quel qualcosa non precisato) o soggetto di entrambi i verbi, cui allora è affidata tutta l'opposizione. Nei versi successivi, la poesia svela poi il punto di forza di quel sostanzioso manifestarsi, che per Luzi sta nel divino, straripantemonologo. Da lui i nomi sono orientati, al di là delle 164

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