Il piccolo Hans - anno XXI - n. 83/84 - aut./inv. 1994

Ripetizione e tautologia nell'ultimo Luzi Nelle due raccolte degli anni 70 (Su fondamenti invisibili e Al fuoco della controversia) sembra che Luzi si affidi, in misura sempre maggiore, alla linearità del discorso («argomenta maturo»): la sua poesia, come uno stelo troppo fragile, è chiamata a reggere (con una «mente che divora la metafora») una nuova, fulminea, coesione del significato («il significato è fulmineo»). Lontana dall'intensa vicenda degli anni 60 (Dal fondo delle campagne e Nel magma) la pagina si appesantisce: autocommenti, riflessioni, materiali tratti da diversi contesti sembrano destinati a connettere fra loro, per forza d'argomentazione, i nuclei maggiori del testo. Tutt'altro discorso per i due grandi libri degli anni 80: Per il battesimo dei nostri frammenti e Frasi e incisi di un canto salutare. Con grande evidenza, il tono cambia, il testo si articola come un'invocazione alta e scorciata, arricchita da una complessa strategia per mettere in stallo le figure discorsive. Da questo punto di vista, l'ultima grande poesia di Luzi, è avvicinabile a quella, pur diversissima, di Pasolini o di Zanzotto, laddove ciascuno per vie proprie impiega mezzi idonei a mantenere e insieme sospendere l'orientamento semantico del testo. Pasolini, 151

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