Il piccolo Hans - anno XXI - n. 83/84 - aut./inv. 1994

cause e sulle colpe non finisce mai. Hess era uno degli ultimi, cospicui rappresentanti della Grandezza, della Grandiosità, della Salvezza universale. È morto nel carcere di Spandau perché sfuggì alla sentenza di morte a Norimberga. Le motivazioni del suicidio di Hess o di un qualsiasi mortale non si possono conoscere. Dicono che fosse sempre stato un po' pazzo e che la vecchiaia lo avesse fatto precipitare a poco a poco nella follia. Un azzardo: che in un momento di lucidità abbia capito che il mondo non vuole essere salvato. Dicono che il carcere di Spandau sarà raso al suolo. Un nuovo gesto simbolico. Ancora grandiosità, enfasi. Non se n'esce. La distruzione risponde alla distruzione. Mi nutro di tè, voglio dire (Ceronetti) che mi lascio orientare dal tè. Quando mi fermo in un bar e chiedo «un» tè (peccato grave: il tè si beve in casa, in raccoglimento, e si prepara con le proprie mani) mi danno bevande che col tè non hanno niente in comune. È già un peccato molto grave bere tè ricavato dalle bustine. Ma persino Fortnum & Mason confezionano bustine. Insomma, bevevo tè in un bar. E pensavo che il discorso proustiano sullo snobismo potrebbe essere adattato alla piccola borghesia residua (il ceto medio dilagante è un'altra cosa: è più America anni Trenta) che ha preso alloggio da queste parti, tra il mare della Toscana meridionale e le colline dell'interno. Ha formato piccole corti dove recita il proprio snobismo. L'ha condotta fin qui quel «culto per i membri della famiglia reale» di cui parla Proust. I membri della famiglia reale: ora, forse, gli aristocratici di una volta con villa e «tenute». Oggetto di culto è il tempo in cui scorrevano fiumi di champagne e ci si nutriva di caviale. Belle époque, letteratura di terz'ordine e canzoni. Proust prese a modello per alcuni suoi personaggi fem147

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