Il piccolo Hans - anno XXI - n. 83/84 - aut./inv. 1994

Al richiamo degli addetti, i parenti prossimi si avvicinarono. C'erano sassi, terra, schegge di legno. Uno degli uomini sollevò un monile sulla punta della pala. Non si capiva se fosse un braccialetto o una spilla o un altro oggetto che l'aveva accompagnata. /;Algeria... L'Algeria viene incontro con l'odore dell'Africa. Dall'alto, si erano visti stracci di plastica, di carta, di stoffa sventolare impigliati nell'erba gialla. L'alito dei doganieri ubriachi che mi chiedevano se avessi whisky da dichiarare. La mente, non si sa per quale associazione, qui, all'aeroporto di Algeri, corre ad A. Nel duomo di Pistoia, A. pianse guardando la lapide di Cino con i discepoli. ...e Diirer, il rametto di eryngium, gli occhi ghiacci, sexy, di Elspeth. Dietro, montagne, alberi, ruscelli. Diirer e Elspeth lasciano memoria di adiacenze nuziali; si abbinano nella mente, suggeriscono storie. Gli sguardi che rimangono sospesi in una stanza abbandonata. Dove finiscono le voci, chi raccoglie le parole in una stanza abbandonata? Clecsografie. Anche la tovaglia, come la spugnatura delle pareti, offriva immagini e paesaggi. I fiori si disponevano in profili e forme di paesaggi, di animali, e così la graniglia delle mattonelle. Si animavano cangiando. Il profilo della Grecia apparve dopo un'ora di volo da Roma: alte montagne azzurrine, spopolate. Cercavo inutilmente una capanna di dèi pastori. Trovai cibo di dèi a Barcellona, quattro anni più tardi. Parlavo, mentre T. mi offriva formaggio e miele. Rintracciata tra la ragnatura nel fondo del piatto salvato dai corsari barbareschi all'assalto della nave nella baia 132

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