Il piccolo Hans - anno XXI - n. 83/84 - aut./inv. 1994

ali, scivolavano nel lago. Si narra che q" uesto accadesse nell'anno 1930. Cercato, nessuna traccia. L'acqua soltanto, nera, l'acqua del battesimo. La febbre. Diceva «Hai l'alito caldo». I draghi della febbre erano nella spugnatura della parete. Colorati volti di mostri che all'improvviso si trasformavano in frati, in donne con la veletta sul naso, in cani con sette zampe. La piastra, quando fu incastonata nella pietra refrattaria del caminetto, mostrava un leone sollevato sulle zampe posteriori. La bestia teneva un tridente stretto tra le zampe anteriori. Dopo il primo fuoco la figura diventò nera, poi, un fuoco dopo l'altro, non si vide più. Il felice risveglio senza la febbre. Il benessere, la voglia di uscire. Scomparse le figure sulla parete. Amori. I due nel giorno delle nozze, nel ritratto, le teste vicine. Si calcola che non siano più al mondo da ottant'anni. La fotografia ferisce, è un morso d'angoscia. Si vede che allora si amavano. Si dice che i parenti più prossimi, per legge, dovessero assistere. L'ufficiale di stato civile chiamò con lettera perentoria i due eredi diretti (gli ultimi parenti prossimi), notificando loro che il giorno tale all'ora tale, Flora C. sarebbe stata esumata. I due eredi diretti si presentarono all'ora indicata del giorno stabilito. Mentre gli uomini lavoravano intorno alla sepoltura, i due si scambiavano parole: - Morì a diciotto anni. Nella fotografia era bella, davvero bella come si diceva in famiglia. - Quando andava alle feste, ballava con una rosa alla cintura, una rosa vera. 131

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