Il piccolo Hans - anno XXI - n. 83/84 - aut./inv. 1994

gno era noce scuro. L'odore era diffuso in tutta la casa. Mille volte ho tentato di descrivere quella dispensa. Ora la descrizione - e l'odore - è qui, nei versi di Magrelli: Cuore del cibo posto / nel cuore della casa. Inflorescenza di legno: il cucchiaio, la forchetta grande, il colabrodo. Anno 1951, in una bottega di Vienna. La sala da pranzo deserta e in disordine. Le sedie e il tavolo addossati, ammucchiati in fondo, sotto la finestra. Di là, la visione di San Gimignano. L'affresco ripete, nella mezzaluna, il paesaggio di fuori. Autore ignoto. Alla conta delle torri, nel paesaggio reale, ne mancano non si sa quante. Si racconta che la guerra passò di lì nell'anno 1944. Linea dell'orizzonte, continente orizzonte. Nuotò finché ebbe forza e fiato, ma non riuscì a salire a cavallo dell'orizzonte. Aveva già tentato con l'arcobaleno. Mario pazzo prendeva a sassate i treni quando passavano davanti al casello. L'acqua scoppiò fuori all'improvviso, innaffiando la famiglia. Grandi risate. Ci mettemmo a tavola mezzo svestiti o con abiti strani. L'incognita del giorno. Risveglio triste. Poi l'allegria delle cose da fare. Rovesciamento, inversione. La luce non «piove» sulle cose, sul mondo. Le cose e il mondo gettano raggi d'ombra nella luce. Pomeriggio a Madrid. Controluce al Buen Retiro. Faccia in ombra. Sullo sfondo, il cane che si affaccia dal crinale del colle: autobiografia/autoritratto di Goya. Aeroplani, biplani, idrovolanti. Spinti a mano per le 130

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