4.4.1.1. Gli accadimenti apparenti rimandano ad altri accadimenti ed accaduti. 4.4.1.2. L'apparenza scenica è il prodotto espressivo dell'intenzione compiuta di un singolo attore o dell'intenzione compiuta di una pluralità di attori: l'apparenza scenica plurale è una delle modalità sociali dell'espressione. 4.4.1.3. L'apparenza spontanea non è il prodotto dell'intenzione compiuta di un singolo attore (coincidendo così con una forma lata del manifestarsi della presenza), né dell'intenzione compiuta di una pluralità di attori (coincidendo così con momenti casuali, afinalistici, stocastici, sottodeterminati del sociale). 4.4.1.4. Le apparenze sociali menzognere sono sovente apparenze sceniche mal riuscite, inabili oppure espressioni volutamente capovolte, ostentamente provocatorie. 4.4.1.5. Le apparenze sociali rivelatrici sono sovente non intenzionali. Fra le apparenze o espressioni sceniche sociali debbono essere considerati infatti anche tutti i prodotti delomatici che, contro la volontà apparente di celare dei protagonisti, informano di accadimenti in corso nell'ambiente circostante. 4.4.2. Nell'apparenza scenica ogni accadimento è così il segnale delomatico di altri accadimenti che non sono apparenti in una singolarità o in una pluralità; nell'apparenza casuale ogni accadimento è invece il segnale di accadimenti non-attinenti, incongrui, topologicamente distanti nel campo antropico continuo, collegati fra loro solo dall'intenzione di un'interprete. 4.4.3. Nell'apparenza scenica, come nell'apparenza casuale, ciò che subito si dà nella ricerca è l'interprete sociale (singolo o plurale), mentre l'insieme di accadimenti capaci di produrre un'apparenza vengono affrontati nelle successive tappe del ricercare. 4.4.4. Per contro, nella più generale ricerca sull'espressione, compaiono al primo posto la delosi e la produzione delomatica di una singolarità o di una pluralità; solo successivamente il preso di mira diviene l'interprete. 113
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