Il piccolo Hans - anno XXI - n. 83/84 - aut./inv. 1994

superata in una concezione diadromica dell'interiorità, intesa quale magma di segnali interni, centripeti e centrifughi di una struttura atta a elaborare segnali. 3.2.4. A livello di generalità semiotica viene usato il termine di «segnale», mentre il termine di «segno» viene usato per gli aspetti propri della modalità linguistica dell'accadere, secondo le indicazioni ormai remote, ma tuttora utili, di Ch. Morris. Delosi e deloma 4. L'antropologia trasformazionale tenta dunque di porre il tema dell'irrimediabilità del manifestarsi nel mondo di una presenza: manifestazione, espressione, apparenza scenica sono forme delomatiche differenziate e diversamente intenzionate della generale inclinazione delotica dell'interiorità. 4.1. Nulla può rimanere celato così come nulla si esprime completamente: non vi è mai mancanza di comunicazione, ma la comunicazione si dà sempre come incompleta e l'interpretazione è fatalmente distorta. 4.1.1. L'accentuazione delotica veemente caratterizza l'agire nella scena così come ogni altra produzione artistica: qui non viene né completata l'informazione né migliorata l'interpretazione, ma viene straordinariamente arricchita l'espressione attraverso l'esibizione di una serie vasta di accadimenti delomatici correlati, giustapposti, inseriti, polifonicamente proclamati, in qualche modo connessi o richiamati, così che colui che della scena è spettatore («secondo attore» nella terminologia antropologico-trasformazionale) o dell'opera d'arte è fruitore sia avvolto in un vortice accadimentale che le comuni, «normali» espressioni della vita non suscitano. 4.1.2. La manifestazione include tutte le modalità fluenti della delosi dal più tenue indizio gettato al mondo alle 110

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