Il piccolo Hans - anno XXI - n. 83/84 - aut./inv. 1994

unicità o di molteplicità subito si rovescia nel suo contrario in una vibrazione eternamente contraddittoria che non trova riposo. 3.1.6.3. In questo rovesciamento radicale delle psicologie tradizionali dell'interiorità (come interiorità separata dal mondo), il mutamento della Weltanschauung si esprime nella negazione pragmatica e operazionale della «natura umana» intesa come invarianza osservazionale a lungo arco storico. Gli accadimenti ad arco lungo non possono mascherarsi da accaduti definitivi. 3.2. L'interiorità, separata artificiosamente dal suo alone afferenziale e delotico, non può pretendersi mai al di là della sua autorappresentazione di flusso semantico continuo, informe e irriconoscibile dove gli eventi inferiti non si coagulano né si cristallizzano in accadimenti nominabili, di evanescenza del presente, di afferramento asincrono di futuri immediati. 3.2.1. Se l'interiorità, parzializzandosi, si propone come insieme di «funzioni», di «attività», di «capacità», di «moduli», essa svanisce subito nell'immediato suo ridursi ad artefatto letterario-scientifico descrittivo o classificatorio oppure pienamente si adagia nelle neuroscienze (o in un modello paradigmatico intermedio) e opportunamente cede le sue parzialità ad altre modalità e ad altre forme, quelle naturalscientifiche, del conoscere. 3.2.2. Nella neurologizzazione dell'interiorità assumono centralità osservazionale i dati relativi alla proiezione centro-periferica del percepire, dell'ascoltare, della propriocettività, dello schema corporeo, delle gnosie, delle prassie, delle fasie, del sentimento, dell'emozione: e la conoscenza naturalscientifica di questa dimensione allude, se trascinata in campo antropologico-psicologico, alla tesi della delosi come costituente ineliminabile dell'interiorità continuamente emanante segnali, dell'interiorità immersa in un universo di segnali. 3.2.3. La discontinuità cartesiana fra mente e corpo viene 109

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