Il piccolo Hans - anno XXI - n. 83/84 - aut./inv. 1994

pregnate di componenti noematiche eppur avvertite paticamente nella loro pulsante e alternante commistione. 3.1.4.1. L'interiorità infatti, nella riflessione lacerata di una singolarità pluripersonale, non può mai porre la tesi di una propria stabile identità. 3.1.4.2. Affiora perciò la metafora inquietante di un'identità pulsante che ininterrottamente si asserisce e si nega, poiché il suo asserimento ha come conseguenza inevitabile la sua negazione e la sua negazione ha come conseguenza irrevocabile il suo asserimento, esempio chiaro di una diadromia illimitata14 . 3.1.5. Per queste sue dinamiche caratterizzazioni l'interiorità non può in nessun modo essere sottratta alla sua continuità con il mondo: la sua dipendenza da tutti gli eventi del mondo e la sua sensibilità a tutti gli eventi del mondo coincidono pienamente con il suo manifestarsi e il suo continuo esprimersi nel mondo. 3.1.6. L'interiorità è quel tratto del campo antropico continuo che, senza mai separarsi da esso, coincide descrittivamente con una singolarità e con il suo alone afferenziale e delotico, «perché interno ed esterno sono sempre intrecciati, indissolubilmente legati, in un unico fenomeno (in un "chiasma" come dice appunto Merleau-Ponty)»15 . 3.1.6.1. «Afferenziale» denota l'alone della conoscenza traversante campale16 in cui l'interiorità singolare multipersonale è immersa; «delotico» denota l'alone di manifestazione e di espressione, cioè la conseguenza pancronica dell'essere nel mondo delle persone molteplici di un'interiorità singolare17 . 3.1.6.2. Nella marcata provvisorietà di questo annotare, cadono alcune delimitazioni tradizionali della psicologia: l'interiorità alonare si allarga e si restringe nell'accadere dell'accadere umano e mai s'imprigiona nel guscio calcareo della singolarità e la singolarità continuamente si presenta con il suo duplice aspetto di unicità e di molteplicità interiore, là dove, appunto, ogni asserimento di 108

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==