inutilità del soggetto, del discorso sul soggetto, dell'asserimento della morte del soggetto. La constatazione del carattere animistico del senso (Sinn) e del primitivismo magico-sacerdotale della «dazione» (Gebung)5 viene contrapposta all'onnipresenza dell'ermeneutica. 1.2.3. Nel continuo mutare del mondo e delle parole del mondo una filosofia diadromica, fra le tante possibili, CIT]µa(va la propria provvisorietà tetica e la fugacità tematica che ne consegue. 1.2.4. L'intestardimento accademico nelle filosofie strutturate ed ortodromiche così come gli inattesi e pur prevedibili ritorni vitalistici sono, alla fine del secolo, sintomi, fra tanti, di una malattia mortale della specie: altrettanto lo sono, nella psicologia regressiva di massa e negli incubi metropolitani, le riprese magiche e parapsicologiche, il nuovo esoterismo, il post-psicoanalismo effusivo, gli entusiasmi astrologico-floreal-dietetici, il grande ritorno dei fanatismi religiosi, della superstiziosità di massa, delle guerre di religione, dei domini teocratici, delle spinte incondizionate alla procreazione illimitata. 1.3. La conoscenza nelle scienze umane usa strumenti linguistici (e non oggetti materiali o formali costruiti dall'uomo come fanno le scienze della natura)6; essa procede per atteggiamenti proposizionali. 1.3.1. Un atteggiamento proposizionale non può descriversi come l'atto originale di un soggetto, bensì, in un singolo, come la conseguenza statistica della presenza di numerosissimi atteggiamenti proposizionali nel sistema doxico-ideologico locale7 del campo antropico continuo8 e della propria eventuale sovradeterminazione osservazionale, esperienziale, sperimentale. 1.3.2. Un atteggiamento proposizionale non è un «io credo che... », «è mia opinione che... », bensì un «sono portato a ritenere così, abbenché non sia possibile giungere a gradi maggiori di convinzione, perché la risultante statistica di tutto ciò che so, di cui sono stato in qualche modo informa102
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