Il piccolo Hans - anno XXI - n. 82 - estate 1994

non sanno le navi con guance di minio, né i maneggevoli remi che sono ali alle navi. E il segno ti darò, chiarissimo, non può sfuggirti. Quando incontrandoti un altro viatore ti dica che il ventilabro tu reggi sulla spalla, allora, in terra piantato il maneggevole remo, offerti bei sacrifici a Poseidone sovrano, - ariete, toro o verro marito di scrofe - torna a casa e celebra sacre ecatombi ai numi immortali che il vasto cielo possiedono, a tutti per ordine: morte dal mare ti verrà, molto dolce, a ucciderti vinto da una serena vecchiezza. Intorno a te popoli beati saranno. Questo con verità ti predico. Ancora sul funerale si deve sottolineare che all'interno dell'opera ci sono diverse tradizioni sulla morte di Ulisse, anche se esse si presentano in modo velato: se il poeta le ha immesse tutte, lo dovrebbe aver fatto per non prendere una posizione o forse per sottolineare la pietas del personaggio, in quanto tutte le ipotesi di morte sono "alte", con un trasporto funebre nella seconda e un corteo di popoli importanti nella prima; la profezia del viatore che non conosce il mare è invece ancora poco chiara. Perché allora la tradizione di Telegono e la morte accidentale di Ulisse invece della morte "importante"? Indubbiamente gioca in essa la presenza della doppia figura di Ulisse, da una parte visto come "trikster" e dall'altra come eroe "pius" e dotato di dignità autonoma. Spiegare ciò ancora una volta con la non casualità del viaggio agli Inferi, con l'altezza del linguaggio usato da Tiresia e con la presenza di sacrifici in entrambi(?) i casi. È quest'ultima poi l'ipotesi che verrà abbandonata dalle tradizioni successive, che danno vita invece ad un Ulisse negativo o quantomeno legato solo alla propria astuzia e capacità, cioè alla figura del trikster. Altra ipotesi potrebbe essere quella della rielaborazione del funerale di Ulisse con l'arrivo nella sua Itaca: alcu84

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