Il piccolo Hans - anno XXI - n. 82 - estate 1994

durante e dopo, in realtà non sbaglia: l'origine perfetta riguarda l'opera e l'autore e la priorità di incidenza dell'uno sull'altra. Se c'è prima l'autore l'origine può essere perfetta, l'opera coniata esce come un prodotto che non intacca la matrice che deve essere conservata come parte più importante dell'opera. Eopera può portare tutte le imperfezioni che derivano dalla strettoia del concepimento, e non è tanto grave finché c'è l'autore che può produrne una seconda. Le imperfezioni arrivano a essere un connotato della forma dell'autore, era mancino, non ci vedeva bene, era daltonico. Se invèce c'è prima l'opera è questa che produce una trasformazione nell'autore, l'ispirazione l'ha colpito, il fuoco l'ha ustionato, il bronzo è colato sulla sua mano, ciò che ha fatto lo ha cambiato. Oppure l'esito è o non è rispondente al modello, il modello è ciò che ci intriga come vera opera la cui origine ci sfugge: allora il materiale sovrasta l'opera e la forma rimane nell'intenzione, incompiuta, vaga e insoddisfacente. r origine perfetta come l'assenza dell'origine consentono il plagio. The Snapper, il ghermitore, coglie al volo una vergine un po' sbronza all'uscita di una discoteca, e la fa sua. Si può possedere una vergine? Gli autori del settecento spesso lasciavano in bianco il nome di colui al quale dedicare l'opera. Veniva riempito, quel bianco, all'ultimo momento, a seconda della convenienza e dell'occasione. È quella che ho chiamato una «dedica vergine», che importa chi la possiederà? È il tempo in cui il romanzo nasce come storia di un bastardo, figlio di una vergine ambigua che ha concepito di nascosto. Ma ancora più vergine è la dedica di Sterne a Sir Pitt, per il Tristram Shandy: essa è un foglio bianco. Solo quando l'opera ha fatto il suo corso e si è assicurata il successo, su quel foglio bianco viene aggiunta la dedica. Allora, Tristram era dunque già nato e la sua origine, come sappia6

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