Il piccolo Hans - anno XXI - n. 82 - estate 1994

ziente, questa funzione di barriera è stata a lungo sostenuta dalla presenza del fratello minore, rappresentata nel gioco del funerale. Nel lavoro dei sogni in analisi, verrà sostituita da una porta, le cui trasformazioni, negli stessi materiali che la compongono, si prestano ad una lavorazione. Un sogno Racconta un sogno: «Facevo l'amore con un uomo, non lo facevo ancora, entra della gente, era stata mia madre a combinare l'incontro ma poi è anche lei a far sì che venga sorpresa da questa gente, mi rifugio in bagno ma il bagno ha una porta a vetri, trasparente. Poi, a tavola, si discute. Tutti sostengono che è peggio essere scoperti a letto, io invece affermo che è peggio in bagno». Un tentativo di articolare il luogo della fobia nel corpo si sposta per rappresentarsi nella forma di uno spazio non organico: la delicata porta a vetri divide lo spazio dell'ano da quello della vagina, il bagno dalla camera da letto e anche le opinioni dei commensali. Se il lavoro del sogno in questo caso è, da un lato, quello di costruire delle scansioni perché uno spazio diventi pensabile, d'altro lato, la pressione del riferimento alla genitalità si affaccia minacciosa in altri sogni. Così la porta apparirà raddoppiata: due porte, una a vetri, una di legno, attraversate da una chiave che fa da complessa serratura ma non impedisce che le porte si dischiudano facilmente con l'irrompere della figura di un nano omicida con un coltello dalla punta a forma di pene. In un altro sogno ancora, la porta unisce i due materiali: metà vetro, metà legno. La parte inferiore di legno permette di velare, occultando la metà inferiore delle persone, il luogo della genitalità. Se poi le porte, tutte e due di legno, segnano l'ingresso ad un castello dove abita una coppia bellissima e dove un uccellino dagli occhi a strisce richiama la forma perfetta 202

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