Il piccolo Hans - anno XXI - n. 82 - estate 1994

Laughton rumina rimugina e cuoce in sé qualche nero pensiero. Quella sua reticenza inflessibile non ci lascia viver tranquilli. «Quest'uomo ha i fumi» si potrebbe dire. «Sì, ha i fumi e il fuoco sul grugno come il demonio...» Certi rumori del suo fegataccio trasudano sulla pelle di costui, e ne fanno splendere i tratti, e gli mettono un lampo allegro negli occhi cattivi. Insanabile vagabondo dell'isola- e mentre non si muove, pigro, ambiguo, ostile ti attrae inesorabilmente- Cogitabondo, in preda a un rovello senza fondo, si vede che ne ha pieno il sacco- il sacco dei «refoulements»- dei rifiuti, delle vergogne mandate giù- e d'altre cose che non gli sono andate giù. Miserabile, lui e il suo cane. Quel suo modo di andare, alla deriva, di camminare, di passo in passo, è quello di una progressiva maturazi9ne d'un certo progetto malizioso. Gli occhi socchiusi, segue e giudica tutto con l'attenzione d'un maniaco- e tutto questo pazzo vede, osserva e intende su un piano sdegnoso, apatico, e di ironica dolcezza. Un rancore insaziabile gira, rigira, e fa nodo in lui- e molte cose se le è legate al dito- c'è forse un nodo scorsoio in cima alla sua vita? Quella «vita» da cui tutti si tengono discosti e non osano affrontarla lui, temerario, invece l'ha sfidata, l'ha vissuta in lungo e in largo, entrandoci oltre i limiti salutari e concepibili- e c'è rimasto addirittura fino al collo, ficcato dentro, come un dannato . che fiuta l'inferno- fermo a guardarti, a quel modo inquietante che più su si diceva. 127

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