viragines con la loro costituzione ignea? Anche le donne che hanno un flusso mestruale normale, ma sono povere di seme acquoso per la fecondazione, se passano attraverso un rapporto omosessuale con una femmina ricca di sperma, concepiscono senza l'intervento maschile67. L'aristotelico dirà pur sempre: «Il caso descritto non può verificarsi. Perché? Semplicemente perché il seme d'una donna», ammesso che la donna possieda un seme, «non può arrivare fino al luogo della riproduzione dell'altra donna (intra cavitatem uteri unius ). L'altra donna non possiede infatti lo strumento adatto per l'inoculazione dello sperma». L'osservazione, secondo il Garcia, che allega Galeno per ricordare la straordinaria vis trahens dell'utero, è assolutamente priva di spessore sperimentale. È sotto gli occhi di tutti l'historia di Amato Lusitano sulle conseguenze di questo tractus dell'ysteron femminile68. In conclusione: «Se dio ponesse il seme d'una donna feconda nell'utero d'un'altra e lasciasse fare alla natura ne seguirebbe una concezione del feto senza l'intervento maschile» 69 . Siamo in questo modo ormai molto lontani, se non altro come stile di pensiero, dalle rigide posizioni della cultura genesiaca del rinascimento. Giasone da Prato, per esempio, scrivendo i suoi Due libri sull'utero, non si era mai voluto piegare ai primi sbandamenti mistici della scienza medica, che si mostrava già sensibile ad alcune particolari interpretazioni religiose della riproduzione70. Esordiva infatti dicendo di non aver mai letto né sentito dire che un utero- se si esclude quello di Maria madre di Gesù- avesse concepito la vita senza l'immissione del seme dell'uomo. Anzi. Appoggiava in linea di principio le convinzioni di quei naturalisti i quali sostenevano addirittura che, in tutto il regno animale e anche in quello vegetale (dai grandi alberi con fusti retti e legnosi ai germogli verdi e teneri dei quali si riveste spontaneamente la terra), non esiste riproduzione senza l'unione di due indi82
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