Il piccolo Hans - anno XX - n. 79/80 - aut./inv. 1993-1994

ghese Pedro Peramato nel 1576 e del francese Nicholas Nancel nel 1593. Ma fondamentali restano le Disputationes rigorosamente aristoteliche dello spagnolo Pedro Hurtado de Mendoza pubblicate nei Paesi Bassi nel 163459. Della disputa 28 del gesuita spagnolo, censore dell'inquisizione e professore di teologia a Salamanca, bisogna tenere presente la seconda sezione con la sottosezione quarta. Il paragrafo 25 comincia così: Ostendi [altrove] sentiri [dal pensiero aristotelico e tomistico] feminas non emittere verum semen, nec habere influxum activum in prolem, sed tantum praebere seminativam materiam, ex qua formetur et alatur foetus. Imo, nec in organa admittunt aliqui concursum activum a femina. In qua sententia facile explicantur merita virginis ex gratia per Christum ad maternitatem60. Garcia Carrero - ch'è certo di non invadere il territorio della corporazione religiosa con la sua ricerca - non intende qui parlare del rapporto tra il sangue e la maternità della vergine che ha partorito il figlio di dio. Si propone semplicemente di discutere di quello tra maternità e sperma nelle condizioni della generazione fisica dell'esistenza umana: «La secrezione seminale della donna - si domanda - è davvero necessaria alla riproduzione naturale della specie? E se lo è - lo è in relazione a che cosa?» 61. Il medico dell'academia complutensis non ha il minimo dubbio. Al quesito, così com'è formulato, occorre dare una risposta positiva. Quella d'Ippocrate, il quale aveva avvertito che «nel coito il seme non dev'essere sparso solo dall'uomo, ma anche dalla donna (neque solum virum hoc facere oportet, sed etiam mulierem) » perché «non è sperma unicamente quello che secerne il maschio ma pure quello eh'emana dalla femmina (non enim solum quod a viro secernitur tale est, sed etiam quod a muliere)»62 . Anche per Garcia Carrero, come per gli altri autori che 80

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