Il piccolo Hans - anno XX - n. 79/80 - aut./inv. 1993-1994

po, avvolti - come tutti gli altri - nella forma della finzione, hanno tuttavia un contenuto di verità, come del resto lasciano intendere le annotazioni dei fatti nelle cronache. Si diceva in primo luogo: la ragione non riesce a credere che la natura possa gestire un processo di mutamento dei corpi che va da un genere all'altro; l'osservazione del mondo animale non ci offre esempi di passaggio degli organismi umani dall'uno all'altro sesso. Ma, subito, si aggiungeva: la ragione e l'osservazione sanno anche che nascono degl'individui umani bisessuati e in grado d'offrirsi tanto come maschi quanto come femmine. E, infine, si concludeva: è unicamente da questa possibilità concreta di trasformarsi in uomini e donne partendo da un corpo doppio che hanno messo radici i racconti di metamorfosi e si sono registrati degli eventi nelle cronache. Stando infatti alle investigazioni dei naturalisti vi sono anche molti animali perfetti che «hanno l'uso dell'uno e dell'altro sesso» avendo raggiunto la compiutezza in utroque; che possono fare alternativamente l'ufficio «del padre e della madre» nel processo di riproduzione della vita; che sono in grado di «fecondare e generare da soli» essendo estranei al coito come mezzo di propagazione della specie11 . III. Ho già avuto modo di presentare per iscritto le numerose ricerche che ho condotto al fine di costituire la rete dei principali problemi dell'età moderna connessi al mito della trasformazione dei corpi nel quadro dell'interesse generale per l'ermafroditismo e la bisessualità - parlo, ben inteso, del mito così com'è stato ripreso nella cultura cinquecentesca12 . In primo luogo ho esaminato alcuni discorsi medici che contestavano la possibilità di trasformazione dell'organismo umano dallo stato femminile a quello maschile e dallo stato maschile a quello femminile spiegando i tanti ca61

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