Il piccolo Hans - anno XX - n. 79/80 - aut./inv. 1993-1994

del terzo libro, interpreta le due storie di Tiresia come allegorie d'una punizione. Ne derivano un «sentido moral» e un «sentido natural» di notevole interesse per comprendere i modi di dichiarazione dei miti in uso alla fine del sedicesimo secolo8 • Il. Anche la prima parte della favola di Tiresia raccontata da Ovidio ha esercitato una grande influenza sulla cultura del XVI secolo, che si è confrontata in molti luoghi (poetici e teologici, giuridici e medici) con i problemi fisici e mentali del cambiamento di sesso. Il mitografo Natale Conti ha proposto per primo un'interpretazione del racconto di Tiresia come travestimento letterario d'un possibile caso d'ermafroditismo perfetto, dato che - scriveva - è sempre più facile pensare che una persona nasca con i segni e le funzioni della doppia genitalità che credere che un individuo appartenente al genere umano possa cambiare di sesso nel corso della sua esistenza9 • Tiresia, per Natale Conti, non avrebbe mai subito alcuna metamorfosi fisica: essendo un androgino perfetto, cioè capace di «agire» sessualmente come maschio e «patire» sessualmente come femmina, si sarebbe semplicemente offerto agli inizi come uomo e poi come donna prima di assumere definitivamente il ruolo virile. Anche nell'ambito della contemporanea cultura medica si cominciò a ritenere che i materiali trasmessi dall'antichità intorno alle trasformazioni dei corpi e ai passaggi da un sesso ali'altro non fossero né pure finzioni di chi cantava poeticamente il mondo (come ritenevano coloro che si appoggiavano al fatto che il mutamento è fisicamente impossibile), né fedeli rendiconti d'eventi realmente accaduti nel tempo e nello spazio dell'uomo classico (come pensavano coloro che sostenevano la naturalità del transito tra i generi)10. I miti di metamorfosi del cor60

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