dell'apparato psichico», e tende a riproporla: riproducendola come sintomo nella ripetizione, o variandola nella serie come nuova rappresentazione quando si serve di una superficie fondamentale e del piccolo spostamento, il nevrotico o il pittore. Un bambino in analisi illustra bene la differenza tra ripetizione e serie parlando di fumetti proprio di mutanti, Dylan Dog e l'Uomo Ragno: «se compare la stessa scena identica in un numero successivo è una ripetizione, uno sbaglio. Ma se le parole sono le stesse, ma qualcosa nella stanza è cambiato, allora non è un errore». Nella collezione, si manifesta una «sofferenza» riguardo alla «prima rappresentazione esterna dell'apparato psichico»: il montaggio tra animato e inanimato non si è posto nel luogo della fobia, e il precedente fondo psicotico, quello che ogni soggetto ha come fondamento della sua nevrosi, che ogni bambino organizza poi nel suo incontro a quattro anni con il suo «luogo della fobia», rimane il luogo di quel montaggio, un ambito familiare che trasfonde l'uno nell'altro, ed è tra le mura di casa, in seno alla famiglia, che ci si ritrova non portati fuori dalle invenzioni suscitate dal luogo della fobia, il romanzo familiare e le teorie sessuali infantili, ma ristretti, costretti a ritirarsi come Morris con le fronde sui propri soffitti. La collezione, stimolata dalla necessità di dare un senso che il territorio non riesce a mantenere, è un'uscita per rientrare, per procacciarsi materiale vivente da ridurre inanimato, o materiale inanimato da portare alla vita, il perverso o il collezionista. Il matematico e l'assassino cercano la legge che manca all'unicità desiderata, che è quella che il proprio nome sia inciso tra le stelle, il simbolico è una spinta perversa allacciata al caos del reale e frutto dell'immaginario. Il critico e il giudice tentano di leggere una mappa in modo che permetta di identificarne l'autore. Ma è una mappa anomala perché il luogo della fobia, la rappresentazione esterna, non porta un nome, ma è il coordinamento ano42
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