Il piccolo Hans - anno XX - n. 79/80 - aut./inv. 1993-1994

ne tra i due piani, il giardino delle ninfee e la tela, che rende molti suoi sintomi assai simili a manifestazioni psicotiche. Non ha solo «rappresentato con la guerra», dalla guerra è stato ferito, al posto del padre o del nonno. La sopravvivenza ha allora un nemico che non è il persecutore del paranoico, ma il parente proprio o acquisito che può testimoniare che lui, dalla guerra, questa volta non è tornato. Ogni giorno, il nevrotico di guerra in tempo di pace, deve sopravvivere a una nonna, a una cugina, a un cognato. Il perverso, che ha mandato «davvero» il padre alla guerra e l'ha sostituito presso la madre, è impegnato invece a sopravvivere al padre perché la sua costruzione, che ha preso il posto dell'architettura del luogo della fobia e del romanzo familiare, non crolli mostrando che il padre è vivo e presente. Il passaggio del perverso alla psicosi, il maniaco che arriva a uccidere il bambino, è suscitato da un brusco riemergere del padre. Allora la sopravvivenza comporta uno scambio drammatico nel quale il perverso si trova ad occupare contemporaneamente il posto del padre e del bambino. D'altra parte, il nevrotico ha anche la necessità di sopravvivere ai propri figli, perché dopo aver demandato loro la propria possibilità di durare nei secoli, li sente come mostri mutanti che da piccoli si sono fatti così grandi da strangolarlo, e tende a eliminarli per riacquistare lo spazio perduto. Dal passato il presente agisce per non guastare l'azione futura. «Prudentemente», dice l'iscrizione all'Allegoria del Tempo governato dalla Prudenza, secondo l'interpretazione che i critici hanno dato al dipinto di Tiziano del 1565, raffigurante tre teste di uomo, uno anziano di profilo, uno maturo di faccia, e a destra il terzo, giovane, ancora di profilo, che sovrastano tre teste di animale, un lupo, un leone, un cane. 33

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